Monumento ai Caduti in Guerra

piazza  del Monumento ai Caduti in Guerra

Il monumento, rappresentato dalla Vittoria Alata, che trovasi a fianco della chiesa di S. Croce, fu realizzato, con il contributo esclusivo dell’Amministrazione comunale, su iniziativa della sezione locale dell’Associazione Nazionale Combattenti, presieduta, all’epoca, dal signor Gaetano Minecci. Dopo la I Guerra Mondiale venne realizzato il Parco della Rimembranza nello spazio adiacente al Castello sull’attuale viale Federico II di Svevia . Al centro della parete fra il torrione Nord e quello Ovest, era stata affissa la lapide con tutti i nomi dei Caduti. II luogo non era molto invitante, anzi era piuttosto scomodo per la sua natura arida sabbiosa, e costituiva, specie per gli anziani, disagio nel raggiungerlo e scarsa partecipazione per il pubblico durante le manifestazioni patriottiche. Durante la manifestazione del IV Novembre del 1937 il Comitato pro Erigente Monumento ai Caduti, con l’intento di ovviarvi ai suddetti disagi, richiese al Podestà Andrea Medina (1926/38), di ripresentare il progetto del Monumento nel Bilancio che già da alcuni anni prima, lo stesso podestà si era proposto di realizzarlo e ne aveva indicato anche il sito. Infatti sarebbe dovuto sorgere nei giardini pubblici di corso Lorenzo Fazzini e, per la precisione, nello spazio in cui vi è oggi la fontana. Fece anche rimuovere la lapide dalle mura del Castello e, provvisoriamente, la fece adagiare sulla facciata del Municipio, fra due finestre delle scuole elementari. Quando il Comitato ebbe sentore che ci sarebbe stato ancora un rinvio sine die per la scarsa disponibilità finanziaria, prese l’iniziativa di realizzarlo con il contributo plebiscitario della popolazione diffondendo in tutte le case il seguente volantino, stampato dalla Tipografia Sipontina di Manfredonia. Questa piazza oggi è senza nome, anche se tutti la conoscono come la piazza del Monumento ai Caduti. E sarebbe opportuno che come tale venisse ufficializzata come ai Caduti di tutte le guerre: che la lapide con i nomi della Prima Guerra Mondiale venisse rimossa dalla facciata del Municipio e definitivamente decorasse questo monumento, insieme a quella dell’elenco dei caduti della Guerra 1940/ 43 e, se vi sono, anche con quelli della guerra di Libia (1911) e a quelli della Guerra d’Etiopia (1935). Anch’essi sono caduti per servire la Patria!

“CONCITTADINI, La bella città di Vieste, la perla del Gargano, non può ancora vantare un monumento che tramandi ai posteri la santa memoria del fiore dei suoi figli immolatisi sui campi di battaglia. Non indaghiamo le cause di un simile stato di cose che, certamente, non è da ricercarsi nella volontà del popolo Viestano del quale, anzi, si può coscientemente asserire che, in fatto di patriottismo e di riconoscenza alla memoria dei suoi eroi, non è secondo a nessuna città d’Italia. Vieste “DEVE IL SUO MONUMENTO AI CADUTI” ed è per questo che alcun c1ttadini, interpretando quello che è desiderio di ogni nobile cuore Viestano, hanno costituito un comitato che, col sicuro e spontaneo con- tributo materiale e morale di voi tutti, realizzeranno questo nobile e doveroso proposito. Tutti, indistintamente tutti dobbiamo contribuire, cittadini, a questa bella e santa opera: di tutti deve essere l’onere, di tutti l’onore. Ognuno vi contribuirà con le forze di cui dispone: con un atto di buona volontà e di fermezza. Come? Un piccolo desiderio non soddisfatto darà a tutti la possibilità di dire: anch’io ho contribuito. Questo monumento deve sorgere dal cuore del popolo tutto e non dalla borsa di questo o quel cittadino. Chi ne potrà stimare il valore? Pensate che non solo la città e i paesi, i villaggi e le borgate, ma le cime più alte dei monti, note soltanto al volo delle aquile, hanno come una delle cose più ambite e più sacre, il monumento ai caduti. Pensate che i corpi dei nostri eroi trasaliranno di gioia sotto la terra che li ricopre, e le loro anime benedette, accolte certamente nel seno di DIO, esulteranno per questo atto di giustizia che verrà reso alla loro memoria. IL COMITATO Dalla Segreteria del Fascio, li 18-11-1937 XV1″