via Vittorio Bottego
Nato a San Lazzaro Parmense l’11 ag. 1860 da Agostino, medico condotto originario, della Val di Taro, e da Maria Asinelli, genovese, trascorse la prima fanciullezza a Olmo, nel Reggiano, ove il padre aveva acquistato un fondo agricolo. Tornò quindi a Parma per seguire gli studi che interruppe alla prima classe del liceo. Preparatosi poi privatamente, superò l’esame d’ammissione all’accademia militare di Modena, frequentando successivamente la scuola di applicazione di artiglieria e genio a Torino e la scuola di applicazione di Pinerolo, donde uscì con il grado di tenente di artiglieria. Nel 1887, quando frequentava il corso a Pinerolo, il B. chiese e ottenne di far parte del corpo speciale di ufficiali destinato in Eritrea. Sbarcato a Massaua nel novembre, fu assegnato alla prima batteria del corpo speciale volontari, ma nel contempo si dedicò allo studio degli aspetti geografici e naturalistici del paese, raccogliendo oggetti e reperti di vario genere destinati alle collezioni del Museo di storia naturale di Parma. Ragazzo irrequieto e avventuroso, dopo alcune disavventure scolastiche, il giovane Vittorio si iscrisse all’Accademia militare di Modena. Era ufficiale di artiglieria a Pinerolo alla scuola di equitazione quando, nel 1887, chiese ed ottenne di far parte del corpo speciale di ufficiali che doveva partire per l’Africa. Nell’estate 1890 progettò un programma di esplorazione della Somalia interna, allora del tutto sconosciuta. Approdato a Lugh, salvò alcuni esploratori europei rimasti prigionieri in precedenti spedizioni. La sua grande ambizione lo spinse a porsi sempre nuovi obiettivi. Nonostante la morte di diversi compagni e il clima sempre meno favorevole agli italiani, Bottego proseguì nelle esplorazioni fino a incontrare la morte.