Tenente Simone Caizzi

via Tenente Simone Caizzi

La campagna italiana di Russia rappresentò la partecipazione militare del Regno d’Italia all’operazione Barbarossa, lanciata dalla Germania nazista contro l’Unione Sovietica nel 1941. L’impegno di prendere attivamente parte all’offensiva tedesca fu deciso da Benito Mussolini alcuni mesi prima dell’inizio dell’operazione, quando venne a conoscenza delle reali intenzioni di Adolf Hitler, ma fu confermato solo nella mattinata del 22 giugno 1941, non appena il dittatore italiano fu informato che quello stesso giorno le armate tedesche avevano dato il via all’invasione. I rapidi capovolgimenti al fronte cambiarono il corso della battaglia; dopo l’accerchiamento delle forze tedesche a Stalingrado, la successiva offensiva sovietica iniziata il 16 dicembre 1942 travolse il II e il XXXV Corpo d’armata italiano (ex CSIR), che facevano parte dello schieramento meridionale dell’8ª Armata, e sei divisioni italiane assieme a forze tedesche e rumene furono costrette a una precipitosa ritirata, che anticipò l’odissea che coinvolse il Corpo d’armata alpino nel mese seguente. Il 15 gennaio 1943 una seconda grande offensiva sovietica a nord del Don travolse gli Alpini ancora in linea, i quali, mal equipaggiati e a corto di rifornimenti, iniziarono una ritirata nella steppa.

Simone Caizzi, nato a Vieste 10/1 / 1916, figlio di Tommaso e di Maria Giuseppa Protano laureato in Filosofia, si era appena sposato con Carmelina Iannoli quando fu chiamato a prestare il servizio militare. Tenente degli Alpini fu inviato sul fronte russo, ma dopo la disastrosa sconfitta, rientrò in Patria. Appena lasciato il convoglio ferroviario a Trento, il 4/9/1943, quattro giorni prima dell’armistizio, durante un improvviso attacco aereo da parte degli Anglo-Americani, una bomba scoppiata sul piazzale della stazione gli tranciò le due gambe. Benché soccorso subito, morì dissanguato nel locale ospedale militare.