via Sant'Eufemia

via Sant’Eufemia (già Strada della Torre)

Forse per un errore di un impiegato comunale o della marina, nella seconda metà dell’Ottocento, il nome di S. Eugenia è diventato S. Eufemia. A S. Eugenia, vergine romana, martire sotto Valeriano (183-258), è dedicato il promontorio che si allunga fra Marina Piccola e il porto. Lo si trova citato nel doc. 110 dell’ottobre del 1158 del Codice tremitese in occasione dell’atto di cessione della chiesa di S. Giacomo, ubicata proprio su questa punta nei pressi di una necropoli paleocristiana (III-IV sec.), con tutte le sue pertinenze, a Birelmo, abate del monastero di S.Maria di Tremiti. Col passare dei secoli il titolo di S. Giacomo scomparve e sulla chiesa prevalse il nome di S. Eugenia. Con questa denominazione si trovano iscritte nei catasti tutte le proprietà appartenenti a essa). Il Giuliani sostiene che la chiesa era rupestre, “sacra spelonca”, e che al suo tempo, non venendo più officiata, accoglieva, come ricovero contumaciale, per un periodo di quarantena, i forestieri provenienti da altri paesi e i locali sospettati di epidemia (peste, colera, ecc.). Dopo il 1940 la chiesa e l’annessa necropoli andarono distrutte, ad eccezione di poche vestigia, dai cavamonti che tagliarono buona parte del promontorio. La denominazione di S. Eufemia, data all’isolotto del Faro, non dovrebbe essere esatto: se fu un errore di interpretazione della grafia di Eugenia, in Eufemia o se il primo fanalista diede un nome nuovo Anche Santa Eufemia morì martirizzata il 16 settembre del 303 a Calcedonia, durante la persecuzione di Diocleziano. Il culto, però, iniziò dopo il Concilio tenutosi proprio nella basilica di Calcedonia (451-52) e da quel momento cominciò a diffondersi in tutto il mondo cattolico. In particolare la devozione è molto sentita a Rovigno d’Istria, dove è proclamata Patrona della città. I rovignesi per antica tradizione popolare ritengono che l’arca marmorea della loro Patrona fu trasportata dal mare in tempesta da Calcedonia fin sulla loro scogliera e, pertanto, la invocarono protettrice tutelare del mare e dei naviganti. Se ‘intitolazione del Faro di Vieste a Santa Eufemia ha avuto questa motivazione è da dire che la scelta è stata più che giusta ed adeguata. Questo Faro, per la sua posizione inoltrata nell’Adriatico, ha sempre assunto inolia importanza per la nivigazione. I tre raggi ruotanti e il radiofaro hanno indicatato a navi ed aerei di passaggio la rotta da seguire.

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