via Pola
E’ una delle vie più belle caratterizzate da alti mugnali, dai bassi con ampie arcate e da balconi che si affacciano sull’immensità del mare inebriandosi delle rosee aurore e dei sanguigni tramonti. Vede inoltre stagliarsi all’orizzonte il Faro con i suoi tre raggi rotanti, che fa bella mostra sull’isolotto di S. Eufemia. Anticamente la via era ricordata come strada del pozzo Dentro, per la presenza, nello slargo, in cui confluiscono via S. Francesco e via Carlo Mafrolla, di un pozzo di acqua sorgiva salmastra, conosciuto anche come il Pozzo della Città, perché gran parte della popolazione vi attingeva. La fascia costiera, era munita di alte e poderose mura, la cui testimonianza ora è data dal solo resto del muro di contenimento del terrapieno e dalle tracce della base semicircolari di un barbacane. Prima di imboccare la strettoia di via Pola, quasi di fronte al Museo Malacologico, vi era un altro pozzo, detto Salso, per l’acqua salmastra, che serviva sempre alla bisogna delle massaie. La strada è dedicata a Pola, città dell’Istria, che con quelle intitolate a Trento, Trieste, Gorizia, Fiume, Zara e Istria, ricorda il fremito di patriottismo che spinse l’Italia nel 1915/18 alla I Guerra Mondiale per liberare quella parte del Nord orientale ancora inglobata nello stato austriaco e nel 1945 le uccisioni perpetrate dai titoisti contro gli italiani. Dopo la guerra, con il trattato di Pace di Parigi del 1947, Pola con la penisola dell’Istria, ad eccezione di Trieste e Muggia, passò sotto la giurisdizione della Jugoslavia.