Piave

via Piave
Il Piave è un fiume italiano, che nasce dalle Alpi Carniche (monte Peralba), compiendo i primi chilometri in Friuli-Venezia Giulia, per poi attraversare interamente il Veneto da nord a sud. È conosciuto in Italia come fiume Sacro alla Patria in virtù del significato storico degli avvenimenti svoltisi lungo le sue sponde nel corso della Grande Guerra. È il quinto fiume italiano per lunghezza fra quelli direttamente sfocianti in mare. Il fiume attraversa Sappada, il Comelico, il Centro Cadore, la Valbelluna e la pianura veneta nelle province di Treviso e di Venezia. Già pochi chilometri dopo la sorgente il Piave assume una notevole portata dovuta all’afflusso di numerosi torrenti. Dopo aver percorso i primi chilometri in direzione sud, all’altezza di Cima Sappada il fiume piega a ovest, attraversando Sappada e successivamente ricevendo l’apporto di importanti torrenti come il Piave di Visdende, ma scende lungo la Val Visdende. Passata Sappada si inoltra in una profonda forra (l’orrido di Acquatona) e continua la sua corsa passando per Presenaio e Campolongo, dove affluisce il torrente Frison. A valle di Santo Stefano di Cadore, si incontra col torrente Padola. Poco prima della località di Cima Gogna, dove riceve l’Ansiei, è bloccato dalla diga del Comelico, creando un serbatoio artificiale. Il Piave trova origine da un ruscello che nasce dalle falde meridionali del monte Peralba che eleva la sua vetta a quota 2 693 m sul livello del mare, da altri si vuole che l’asta iniziale del fiume sia costituita dal rivo formato dall’unione di due corsi d’acqua scendenti dal tratto della catena principale delle Alpi Carniche compreso fra il Passo Palombino e il Passo dell’Oregone. Tale corso d’acqua si forma nella Val Visdende da dove esce attraverso la forra del «Cianà» o di Cima Canale. Il suo antico nome è quello di Silvella (dal dialetto La Salvela) ma è più comunemente denominato Cordevole di Visdende per distinguerlo dal Cordevole di Agordo, che è il maggiore affluente del Piave. Il Piave è un fiume italiano, che attraversa due regioni della penisola, il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. È noto in tutta la penisola come il “Fiume Sacro alla Patria” in memoria dei combattimenti di cui fu teatro durante la prima guerra mondiale (la Prima battaglia del Piave, la Battaglia del solstizio e la Battaglia di Vittorio Veneto, 1917-18). Il Piave (220 km; bacino di 4100 km2) è il quinto tra i fiumi italiani.

La prima battaglia del Piave iniziò il 10 novembre 1917; il giorno precedente erano stati fatti saltare tutti i ponti e a R. Cadorna era successo nel comando supremo A. Diaz. I tentativi nemici di passaggio del fiume furono sventati fino al 9 dicembre, quando gli Austriaci costituirono una piccola testa di ponte a Caposile, ma il 26 dicembre furono respinti sulla sinistra del fiume (non a Caposile, da dove furono ricacciati solo il 26 maggio 1918). La seconda battaglia del Piave (15-23 giugno 1918) fu una delle più aspre di tutto il conflitto. Si fronteggiarono circa 60 divisioni austriache contro 56 italiane e alleate. Gli Austriaci riuscirono a guadagnare alcuni successi iniziali, non però decisivi. Il giorno 19 segnò il principio del rovesciamento della battaglia: gli Austriaci furono progressivamente serrati su spazio sempre più ristretto fino a essere schiacciati tra il fronte d’attacco e il fiume in piena. Il 23 giunse l’ordine della ritirata e nella notte del 24 tutta la destra del Piave era completamente sgombrata dalle armate austro-tedesche. Le perdite austriache ammontarono a 34.000 morti, 100.000 feriti, ca. 24.500 prigionieri; quelle italiane a 90.000 uomini complessivamente. La battaglia di Vittorio Veneto o terza battaglia del Piave fu l’ultimo scontro armato tra Italia e Impero austro-ungarico nel corso della prima guerra mondiale. Si combatté tra il 24 ottobre e il 4 novembre 1918 nella zona tra il fiume Piave, il Massiccio del Grappa, il Trentino e il Friuli e seguì di pochi mesi la fallita offensiva austriaca del giugno 1918 che non era riuscita a infrangere la resistenza italiana sul Piave e sul Grappa e si era conclusa con un grave indebolimento della forza e della capacità di combattimento dell’Imperiale e regio esercito. L’attacco decisivo italiano, fortemente sollecitato dagli Alleati che erano già passati all’offensiva generale sul fronte occidentale, ebbe inizio solo il 24 ottobre 1918, mentre l’Impero austro-ungarico dava già segno di disfacimento a causa delle crescenti tensioni politico-sociali tra le numerose nazionalità presenti nello Stato asburgico, e mentre erano in corso tentativi di negoziati per una sospensione delle ostilità. La battaglia di Vittorio Veneto fu caratterizzata da una fase iniziale duramente combattuta, durante la quale l’esercito austro-ungarico fu ancora in grado di opporre valida resistenza sia sul Piave sia nel settore del monte Grappa, a cui seguì un improvviso e irreversibile crollo della difesa, con la progressiva disgregazione dei reparti e defezioni tra le minoranze nazionali, che favorirono la rapida avanzata finale dell’esercito italiano fino a Trento e Trieste. La sera del 3 novembre 1918, con entrata in vigore alle ore 15:00 del giorno successivo, fu firmato l’armistizio di Villa Giusti che sancì la fine dell’Impero austro-ungarico e la vittoria dell’Italia nel primo conflitto mondiale.