Deputato Petrone

via Deputato Petrone

Con il plebiscito del 21 e 22 ottobre 1860 che si tenne in quasi tutti i paesi del Regno di Napoli e di Sicilia si votò l’annessione dell’Italia meridionale allo Stato Sabaudo e si elessero i deputati per il Primo Parlamento italiano. Questo si riunì a Torino il 18 febbraio 1861 e in quell’occasione Vittorio Emanuele II si fregiò del titolo di “re d’Italia per grazia di Dio e volontà della nazione” In quella prima riunioni i deputati meridionali si oppose sul riconoscimento da parte dei piemontesi che quella prima seduta era da ritenersi come ‘VII legislatura in continuazione di quelle del Regno di Sardegna questo perché, essi sostenevano, le regioni d’Italia annesse non venivano a modificare il Regno pre costituito. I deputati meridionali, invece, consideravano l’Unità nazionale come la formazione di nuovo Stato in quanto al momento del plebiscito veniva richiesto IL POPOLO VUOLE L’ITALIA UNA INDIVISIBILE SOTTO LO SCETTRO DEL RE COSTITUZZIONALE VITTORIO EMANUELE E I SUOI LEGITTIMI DISCENDENTI. Certamente i deputati meridionali restarono con la bocca amara, quando videro che i loro colleghi dei vari Stati dell’Italia settentrionale si associavano ai Piemontesi. In quel primo Parlamento, a rappresentare il Gargano, vi erano Ruggiero Bonghi, per il Collegio di Manfredonia e Carlo Fraccacreta per quello di S. Nicandro. Il sistema di votazione era annuale del tipo uninominale, per assicurare ad ogni collegio un suo rappresentante. Invece, per quanto riguardava le elezioni, erano considerati votanti solo coloro che sapevano leggere e scrivere e che fossero titolare di un buon reddito.

Questa norma si rivolgeva soltanto ad una determinata cerchia di persone e, pertanto, il numero dei votanti era molto ristretto. La ripartizione, poi, dei collegi non seguiva una determinata linea di demarcazione territoriale, bensì il raggruppamento di un certo numero di Comuni per un’equa distribuzione di votanti. La Capitanata, in base alla legge del 17 dicembre 1860, venne ripartita in sette collegi. Per due volte l’Ufficio V del Parlamento, preposto a dirimere i ricorsi sulla eleggibilità, convalidò l’elezione, ma nella tornata del 4 dicembre 1865, la Camera dei Deputati, dopo un’ampia discussione, sul ricorso presentato da Prudenzano circa una paventata minaccia contro la sua persona e con la costrizione a rinunciare al ballottaggio, dispose la prosecuzione dell’inchiesta, lasciando sospesa l’elezione. Appena, furono acquisite le presunte prove dei brogli, la Camera, il 2 marzo 1866, ne decretò l’annullamento. Rifatta l’elezione con l’intervento di 293 elettori su 473 si ebbe il seguente risultato: Pasquale Petrone con voti 186 e Saverio Baldacchini (che sostituì il Prudenzano) con 86, voti dispersi 20, nulli 1. Avendo il Petrone conseguito al primo scrutinio la maggioranza richiesta, fu proclamato deputato. Il tempo trascorso fra sospensione e nuova elezione, non gli permise di dedicarsi molto all’attività parlamentare. Rieletto ancora a pieni voti nel marzo 1867 per la X Legislatura, aderì al gruppo liberale di sinistra di Francesco Crispi e ai sostenitori dell’Eroe dei Due Mondi, come il garibaldino Luigi Miceli e il foggiano Giuseppe Ricciardi. Giuseppe Garibaldi era legato da grande amicizia a Pasquale Petrone, tanto che gli tenne a cresima anche il figlio Nicola.