Calvario

via Calvario

Il titolo proviene dalla presenza della Croce piantata dai Missionari durante la loro predicazione in preparazione alla Pasqua e a ricordo della morte e passione di Cristo e della redenzione dal peccato del genere umano. Tale denominazione dovrebbe risalire ai primi anni (se non prima) dell’Unità Italiana, perché la si trova già inserita nello Stradario del 1865. Secondo la tradizione il luogo è appena fuori dalle mura di Gerusalemme del tempo di Gesù, a nord-ovest, ma all’interno dell’attuale città vecchia (in epoche più recenti le mura vennero spostate verso nord). Consiste in un rilievo roccioso di pochi metri, che attualmente è inglobato all’interno della basilica del Santo Sepolcro, in particolare la Cappella della Crocifissione, gestita dai Frati Minori della Custodia di Terra Santa, e la Cappella della Morte, dei greci ortodossi. Esse furono costruite rialzando di alcuni metri, in modo da ricoprire e racchiudere la roccia, che è visibile in parte attraverso un vetro e si può toccare infilando la mano in un foro nel pavimento sotto l’altare eretto sulla sua sommità, in quello che si ritiene il punto esatto dove Gesù fu crocifisso. Nella parte sinistra della chiesa invece, a poche decine di metri, si trova il sepolcro dove Gesù fu deposto. Un secondo luogo più settentrionale fu suggerito dai protestanti nell’Ottocento, perché le rocce assomigliano ad un teschio. Anche questo luogo è vicino ad un’antica tomba, nota come Tomba del Giardino. A sostegno dell’ipotesi che questo possa essere il Gòlgota o luogo del Cranio viene portato il fatto che questa montagnola è situata immediatamente fuori delle mura di Gerusalemme, sul lato e la cima di questo luogo, dove sarebbe stata posta la croce, è ben visibile dall’interno della città.

 I Romani infatti, (ricordiamo infatti che Gerusalemme e tutta la Giudea era all’epoca parte dell’Impero romano e che Gesù fu condannato e giustiziato dai romani) usavano crocifiggere in luoghi alti e ben visibili a tutti. Analogamente al significato che ha acquistato il vocabolo croce, il termine calvario sta a indicare figurativamente una fase lunga e dolorosa della salute di una persona, quasi sempre in riferimento alle sue ultime ore di vita, o comunque una prolungata serie di patimenti. Questo uso deriva dal fatto che la pietà popolare, ad esempio nella pratica della Via Crucis, ha visto la salita di Gesù al Calvario come una salita lunga e tormentosa che deve concludersi con la morte del Redentore.