via Apeneste

Via Apeneste
Ad eccezione di Tolomeo, nessun fra i geografi e storici greci e latini, menziona questa localita: Ci ta/presupporre che non è un insediamento cosicro, benche l’hostro Giuliani sostenga, trascurando la posizione di Uria, che “fra siponto e Vieste niun altro luogo atto, nè vestigie di altra città ravvisandosi, difficoltate non si può l’Apeneste di essere Vieste, venendo ella simara alla riva del mare presso Siponto” e cita a conforto alcuni scrittori del suo tempo: Filippo Ferraro, Michele Boudrand, Filippo Briezio, Tommaso Corneille, La Martiniere e il canonico Mazzocchi con la tavola della Magna Grecia di Isleus. Senz’altro, pur essendo un meticoloso conoscitore della lingua greca e scrupoloso studioso dei documenti relativi alla storia di Vieste, prese un abbaglio, perché non considerò con attenzione i dati delle coordinate geografiche, longitudine e latitudine, che il Tolomeo riportava, trascrivendone il testo a p. 80: Apulorum Daumiorum in Jonio pelago Salapia, Sipus, Apenestae 42,50,40, Garganus Mons 42,20,41. Et juxta sinum Adriaticum Hirium. Da questi dati, infatti, si rileva che Apeneste è sullo stesso meridiano di Salapia (42’50°), ma in posizione arretrata rispetto alla Testa del Gargano (42°20*)76c, rispetto alla latitudine, trovasi a sud (40’45*) del Promontorio (4100′). Rapportando questi dati sulla griglia delle attuali coordinate, si rileva che essi coincidono pressappoco con la contrada S. Salvatore, dove è presente una vasta zona cimiteriale, con centinaia di tombe a cassetta databili al IV-V sec. a.C., come risulta dalle indagini compiute sui resti di ceramica, su embrici e tavelloni di creta che ancora affiorano dal terreno. La zona è nell’immediato entroterra, a poco più di 15 km da Vieste, sulla collina che domina la baia di Campi e quella di Portogreco, in una ridente posizione contornata da uliveti e pinete. Senz’altro Tolomeo ha voluto annotare Apeneste fra le sue carte, per indicare l’ultimo punto di riferimento abitativo del mar Ionio”. Non può identificarsi con Manfredonia, come fa Pyrro Ligorio, nè con Mattinata, come sostengono M. Petrone, C. Angelillis e S. Prencipe, ma è da ritenersi con Enzo Lippolis e Marina Mazzei un attivo centro agricolo-pastorale ben fortificato e su posizione strategica a partire dal VI secolo a.C. fino al II d.C..