Sede Episcopale

La serie di vescovi terminò a Vieste il 1813, quando cioè, Mons. Domenico Arcaroli rinunziò al suo mandato e, in seguito alla nuova strutturazione data alle diocesi con il Concordato fra Pio VII e Ferdinando I, la Chiesa di Vieste passò all’amministrazione perpetua dell’Arcivescovo di Manfredonia. Mons. Lorenzo Kreytter de Corvinis fa risalire l’istituzione della sede episcopale agli anni del Pontificato di Papa Clemente I. Invece Vincenzo Giuliani nelle sue “Memorie storiche…. della città di Vieste” concorda con Ughelli nel sostenere che il primo vescovo è stato consacrato da Alberto I di Siponto. Luigi Pascale, se non dice nulla sull’origine, afferma, però, che in quel lontano 1101 ebbe inizio l’autonomia di questo vescovado. “La diocesi di Siponto, fin da quando era retta dal vescvo Leone I, aveva per suffraganei i vescovi di Troia, di Rapallo, Melfi e di Vesta. Trovandosi a  Siponto il Pontefice Pasquale II, una deputazione di Vestani gli chiese l’autonomia della diocesi di Vieste. Il Sommo Pontefice accolse la domanda e nominò vescovo autonomo, di Vesta, l’arcidiacono del Duomo sipontino, Lorenzo”. Di parere diverso è anche Armando Petrucci.Egli, infatti sostirnr che durante l’amministrazione del catapano Basilio Boiano, compare a Vieste un “vescovado indipendente affidato al vescovo Alfano, il quale fonda le chiese di S. Giovanni Battista nell’interno della città e fuori di essa altre chiese rurali come quelle di S. Tecla. La stessa tesi e condivisa anche da Don Marco Della Malva, il quale asserisce, inoltre, che la diocesi di Vieste fu opera di bizantini “per cattivarsi la benevolenza delle popolazioni e per sentirsele vicine nella lotta contro i longobardi o altri possibili invasori”. Per la scarsità dei documenti, purtroppo, non è facile stabilire quando Vieste fu elevata alla dignità di sede episcopale. Senz’altro non fu Alfano, perchè con lui iniziò l’indipendenza del vescovado. Nelle prime Comunità cristiane il vescovo veniva eletto, com’è sancito dagli antichi canoni, da tutti i fedeli, successivamente era nominatodal clero e poi consacrato dal papa. da questo si può dedurre che la tradizione di eleggere o di nominare il proprio vescovo non è mai cessata durante il periodo dell’alto Medioevo e che quando si ebbe la strutturizazione ufficiale delle diocesi, quella di Vieste e Merino venne eiconosciuta come suffraganea della diocesi di Siponto. Si deve pensare anche che il vescovo sia stato unico per tutte e due le città, perchè lo spopolamento di Merino dev’essere iniziato verso il V-VI secolo e che i vescovi Alfano e Maraldo siano stati gli ultimi a rispettare la tradizione di fregiarsi del titolo di “sancte Marenensis et Bestesane ecclesie sedis episcopus. La cattedrale di Vieste, risalente al X secolo, fu restaurata una prima volta nel XIII secolo all’epoca di Federico II; rimaneggiata in più occasioni a causa di frequenti terremoti, fu ricostruita nel Settecento all’epoca dei vescovi Nicola Cimaglia e Giuseppe Maruca. In seguito al concordato tra la Santa Sede e il Regno delle Due Sicilie, con la bolla De utiliori di papa Pio VII del 27 giugno 1818 la diocesi di Vieste fu data in amministrazione perpetua agli arcivescovi di Manfredonia. Ai canonici della cattedrale di Vieste fu concesso di eleggere un proprio vicario capitolare ad ogni nuovo arcivescovo amministratore. Il 29 settembre 1933 l’arcidiocesi di Manfredonia e la diocesi di Vieste entrarono a far parte della regione ecclesiastica beneventana in forza del decreto Iam pridem della Congregazione Concistoriale. Questo status fu mantenuto fino al 1976, quando le diocesi della Capitanata furono annesse alla regione ecclesiastica Puglia.