Le vie del quartiere medioevale sono per lo più strette, specialmente agli imbocchi prospicenti sul mare e non si incrociano mai alla perfezione. Tale struttura urbanistica, comune un pò a tutte le città marinare serviva principalmente ad attutire la violenza del vento e costituiva motivo di difesa per i cittadini. Infatti i paesi marinari, per natura laboriosi e pacifici, erano spesso soggetti ad improvvise e feroci incursioni da parte dei predoni del mare. Le vie non allineate davano agli abitanti la possibilità di sfuggire facilmente agli sguardi degli assalitori e preparare subito un piano d’attacco . Anche gli usci piccoli e le scalinate anguste e ripide, fatte così per guadagnare spazio nella casa, impedivano ad un uomo carico di armi di bepetrarvi e di muoversi con disinvoltura. Quando l’aggrssore riusciva a salire non raggingeva mai lo scaltro abitante che, nel frattempo, aveva trovato scampo su per i tetti o attraverso gli archi di contrafforte che poggiavano fra un palazzo e l’altro, quasi sempre agli angoli delle vie e poco discosti dalle finestre. Lasciando la cattedrale non possiamo non visitare alcune di queste: via judeca, un tempo casbah abraica; via Cimaglia, dove sono ancora visibili le roccie della “Chainca amara”, su cui Dragut sfogò la sua sete di uccisioni; via Levante, via Gregorio XIII, via Bacco; e poi via Celestino V, via Alessandro III, via dei Mille. In tutte fanno bella mostra i balconi fioriti, il tripudio degli esili archetti e i tozzi e shgembi “mugnali” (scalinate esterne con ballatoio), che donano alle case un chiassoso, ma gentile stile architettonico. La piazza principale quadrata, con un lato sullo strapiombo della “Ripa”, era quella del Seggio. Primeggiava una bassa costruzione con ampie arcate sovrastata da una torre campanaria con orologio, detta Sedile, dove il Governatore di Vieste teneva le pubbliche assemblee e amministrava la giustizia. In questa piazza, nel 1799, fu innalzato l’albero della libertà, segnale della Rivoluzione Francese e primo simbolo dell’unità e dell’indipendenza italiana. Di fronte a questa piazza è rimasto ancora un residuo di arte del tardo Rinascimento, il balcone sostenuto da sei bellissimi gattelli, uno diverso dall’altro e ricamante lavorati in bassorilievo, due leoni rampanti e, fra essi, un San Michele.