Le Fracchie di San Marco in Lamis

LE FRACCHIE Sulla data di nascita delle fracchie non c’è uniformità di vedute tra gli studiosi: secondo alcuni la tradizione potrebbe farsi risalire tra la seconda metà del Settecento e la prima dell’Ottocento, sebbene le prime descrizioni scritte siano dell’inizio del nostro secolo.Certo è che nascono per accompagnare la processione dell’Addolorata, il giovedì Santo, e che poi – nel corso dei decenni – vengono spostate al venerdì. Anche la funzione stessa delle fracchie e dibattuta: c’è infatti chi lega la tradizione al cristianesimo, e quindi alla leggenda cristiana che fa accompagnare il Salvatore da una fiaccolata lungo la via del Getsemani; altri preferiscono più “paganamente” legarle all’esigenza di illuminare le vie dell’antico borgo, sprovvisto addirittura anche di fanali.

600x400 foto fracchie 06
600x400 foto fracchie 02
600x400 foto fracchie 03

I contadini avrebbero quindi pensato di scortare la statua dell’Addolorata dalla chiesa omonima alla Collegiata col bagliore delle rosseggianti fiammate delle fracchie. Il termine sammarchese “fracchia” è di incerta etimologia. Potrebbe derivare dal latino facula, e quindi da fiaccola, trasformato poi dagli abruzzesi in farchia o fracchje. Questa ricostruzione trova riscontro anche dal fatto che in Abruzzo esistono fiaccole molto simili a quelle sammarchesi. Ma cosa sono le fracchie? come vengono costruite? Si tratta di grandi torce di dimensioni diverse (arrivano fino a 5-6 metri di lunghezza) costruite da un tronco spaccato longitudinalmente e riempito di rami, sterpi, schegge di legno e frasche, fino a costituire un falò di forma conica, che finisce – nella estremità più stretta – con un braccio sporgente. La fracchia così ottenuta viene trasportata su appositi carrelli. Il tutto è tenuto insieme da due grandi cerchi di ferro, e viene intriso di sostanze infiammabili. La fracchia si accende dalla parte più larga e, per evitare che non cada in avanti o scivoli sul carrello, viene appesantita con una zavorra di sacchi di sabbia nella parte posteriore.

Sempre nella parte posteriore è completata da un palo, portante in cima l’immagine della Madonna Addolorata. Le fracchie sono enormi torce di legno che oggi sono montate su ruote e trasportate accese per accompagnare la Madonna Addolorata nella ricerca del Figlio. Fino al XIX sec. la processione della Visita dei Sepolcri il Giovedì Santo a sera veniva seguita da tutte le confraternite con le fracchie accese. Nel 1873 il Vescovo di Foggia ha autorizzato solo la Confraternita dei Sette Dolori a perpetuare questa processione. Le fracchie un tempo erano piccole, portate a mano da ognuno e per farlo si pagava un carlino al Capitolo. La processione si fermava la notte nella chiesa Madre per riprendere nella Visita ai Sepolcri all’alba del Venerdì, senza più l’uso delle fracchie perchè la luce solare rischiarava la via. Nel 1925 si costruisce la prima grande fracchia montata su ruote. Dagli anni ’50 le fracchie assunsero dimensioni mastodontiche, in seguito ad “orgogliose gare di bravura” tra li carvunère28 e i devoti. Costruire e trasportare queste enormi fracchie incominciò ad apparire una sorta di prova di abilità e di coraggio, il diametro della bocca raggiungeva anche 3,5 metri e il peso superava i 100 quintali. Alla fine degli anni ’70 si è cominciato a mettere dei limiti di peso e grandezza. La processione della Madonna Addolorata con le fracchie coinvolge alcune decine di migliaia di persone. Per questi aspetti specifici lo stato italiano ha proposto all’UNESCO di inserire questa tradizione e sapere popolare nella lista dei beni immateriali dell’Umanità e i sammarchesi si fanno promotori di aiutare altre popolazioni sparse nel mondo di salvaguardare e promuovere le varie ritualità festive legate al fuoco. “La Montagna Sacra, nel quale è inserito il Parco Nazionale del Gargano, ha nelle fracchie la sintesi della fede e della cultura intrise nel territorio e nelle sue comunità – dichiara l’avv. Stefano Pecorella, presidente dell’Ente Parco – Questo evento, unico nel suo genere in tutto il mondo, rappresenta un momento di forte emozione e riflessione per i cristiani ed un’occasione turistica e folkloristica per tutti coloro i quali ogni anno accorrono a San Marco in Lamis.

Le Fracchie rappresentano perfettamente il rapporto tra la storia e le tradizioni e la laboriosità artigianale delle nostre comunità. Una simbiosi che permette di tenere in vita usi e costumi troppo preziosi per essere lasciati cadere nell’oblio del dimenticatoio. Colgo l’occasione per condannare il vile gesto consumatosi qualche giorno fa, che ha visto la distruzione di una fracchia in fase di completamento. Un atto senza scusanti che se da una parte ha mandato in fumo giorni di lavoro, dall’altra ha rafforzato la passione e l’impegno dei tanti cittadini perbene che si adoperano ogni anno per portare a termine l’opera. Giovani ed adulti che lavorano e si sacrificano insieme, animati dalla passione per le proprie radici.