Foresta Umbra

DOV’E’:  in provincia di Foggia, al centro della meta orientale del promontorio garganico.

SUPERFICIE:  10.330 ettari per l’intero complesso forestale demaniale.

VIE D’ACCESSO:  Raggiungibile dalla A14 alle stazioni Poggio Imperiale (superstrada e statale 89 per Rodi Garganico e San Menaio, e da qui verso sud, oltre Vico del Gargano; oppure sino a Peschici o anche a Santa Maria di Merino, e poi verso l’interno lungo la Valle del Tesoro); San Severo (statale 272 – la Via Sacra – per San Marco in Lamis e San Giovanni Rotondo; 6 km prima di Monte Sant’Angelo, verso nord, lungo la statale 528); Foggia o Cerignola (statale 89, da Foggia, e 545, da Cerignola, sino a Manfredonia. Da qui sino a Monte Sant’Angelo e poi statale 528 oppure itinerario costiero, più lungo ma panoramico, per Pugnochiuso e Vieste sino a Santa Maria di Merino).

Riserva naturale Foresta Umbra
La Riserva naturale Foresta Umbra è una area naturale protetta posta all’interno del Parco nazionale del Gargano. Si estende nella zona centro-orientale del Gargano, a circa 800 metri di altitudine. Il nome “umbra”, deriva dal latino e significa cupa, ombrosa, come allora, e come in parte oggi, appare.

Territorio
Il territorio della riserva occupa un’area di circa 400 ettari. La foresta è stata divisa in quattro zone più o meno concentriche: la zona A, la zona B, la zona C e la zona D. Zona D: Questa zona è quella di maggior tolleranza dal punto di vista ambientalistico, in quanto è la zona dei paesi compresi nella foresta nella zona C è interdetto l’ingresso ai veicoli a motore pur essendo possibile circolare liberamente; la zona B comprende poi la parte più incontaminata della Foresta Umbra, dove è severamente vietato produrre rumori molesti, alzare la voce o avere comportamenti che possono essere percepiti in qualche modo dalla popolazione animale; infine la zona A è il cuore nascosto della foresta, è inaccessibile al pubblico e vi si riproduce la maggior parte degli animali.

Flora
Floristicamente vi si possono distinguere tre zone: quella superiore della faggeta (84% circa di faggi, in misura minore aceri, carpini ecc.); quella intermedia della cerreta (cerri e querce circa 45%, faggi 21%, poi carpini, aceri, tigli ecc.) e quella bassa del bosco mediterraneo con lecci e specie minori. Negli ultimi decenni si sono eseguiti rimboschimenti con pini neri, castagni, abeti, aceri e frassini.

Leccio di Vico del Gargano
Un albero caratteristico della foresta Umbra è il leccio di Vico del Gargano, un albero di almeno 300 anni sito davanti la chiesa Francescana di Vico del Gargano. Non si sa di preciso quando sia stato piantato, ma l’unica certezza è che il Frate che pose il seme (trovato vicino ad un abbeveratorio), Fra Nicola da Vico, morì nel 1719, in età avanzata, da cui si può dedurre che il leccio sia plurisecolare. Nel 1934, durante una tempesta, un grosso ramo cadde, lasciando un vuoto visibile ancora oggi. La chioma dell’albero ha raggiunto anche i 50 metri e la circonferenza è di circa 5 metri.

Tasso
Diffuso nella foresta Umbra è l’albero del tasso (Taxus baccata). È un albero che preferisce vivere in solitudine dai suoi simili, in quanto le sue radici tendono a soffocare la vegetazione circostante. Il tasso è detto anche “albero della morte”, poiché da esso si ricava un veleno mortale, la tassina, che ha effetto narcotico e paralizzante sull’uomo e su alcuni animali; è mortale in quanto anche se ingerita in piccole quantità blocca la respirazione. Esiste una leggenda che vuole la tassina usata dal principe Federico II di Svevia per uccidere le sue amanti scomode. Nonostante l’elevata pericolosità, dalla tassina si ricava il farmaco tamoxifene. Il tasso ha un legno particolarmente elastico usato anticamente per la produzione degli archi.

I Pini d’Aleppo
Anche se molto ridotti, i pini d’Aleppo caratterizzano ancora circa 8000 ettari del promontorio garganico. Li si trova specialmente nella fascia costiera nord-orientale e in quella sud-orientale. Si spingono inoltre verso l’interno, sino a 6-700 m di quota, incuneandosi nel verde scuro dei querceti con chiazze più chiare. Oltre che da faggi, nella Foresta Umbra la copertura arborea è però costituita in prevalenza da latifoglie, fra le quali dominano proprio le querce. E’ una varietà di specie (dai lecci ai cerri, alle roverelle, alle farnie e ai farnetti) ch’e difficile trovare altrove; commiste dapprima ai pini, si spingono fino a 800 m e oltre.

La Fauna
Il Gargano o meglio il Parco Nazionale del Gargano presenta una varietà di ecosistemi che ha permesso la nascita e l’istaurarsi di numerose specie animali e vegetali. L’aspetto faunistico è caratterizzato dalla presenza di una gran varietà di volatili, vi sono 170 specie di uccelli e rapaci che vivono e nidificano tra cui: il pettirosso, la cincia, il merlo, l’allocco, l’assiolo, il falco pellegrino, l’airone rosso, il gru, il cavaliere d’Italia, ed ancora la beccaccia, il chiurlo, il rondone, il cingo fenicottero, il fagiano, la poiana, il nibbio reale, il gheppio, il pecchiaiolo, il biancone, il gufo reale e comune, la civetta, il barbagianni, il corvo imperiale e l’airone cinerio di notevole importanza. Spiccano anche il cuculo e l’upupa che migrano dall’Africa e ben 5 specie di picchi, rosso maggiore, rosso dorsobianco, rosso mezzano, rosso minore, e verde e la gallina prataiola. Altri animali che popolano questo paesaggio tra i principali vi è sicuramente il capriolo garganico, nelle zone più scure domina il cinghiale, vi è il gatto selvatico che rappresenta un ottimo predatore e arrampicatore che trova rifugio nei tronchi cavi, olltre alla lepre salentina. Durante la notte escono allo scoperto il tasso, la faina, la volpe, la martora il riccio, l’istrice, il ghiro. Nelle zone umide e nascoste del sottobosco vivono le salamandre, mentre nei pressi dei corsi d’acqua prevalgono il rospo smeraldo e la rana verde. Nel periodo del corteggiamento in primavera è possibile osservare il tritone, lungo le radure vi sono lucertole e ramarri, mentre nelle zone impervie ed esposte al sole vi è la presenza di vipere e altri rettili.

Il Capriolo Garganico
Si distingue nettamente dalle popolazioni europee per le dimensioni minori, per la colorazione del pelame nell’abito invernale, per il colorito della fronte e della regione nasale più scuro e per la mancanza di macchie bianche sulla gola e sul collo. Quella del promontorio garganico e una razza autoctona isolata dal resto d’Italia e quindi non inquinata geneticamente, di conseguenza essa rappresenta la razza originaria italica. L’habitat maggiormente frequentato dalla specie sembra essere la faggeta d’alto fusto con sottobosco non molto fitto tipicamente di agrifoglio. La sua presenza all’interno del Parco è circoscritta alla Foresta Umbra e zone limitrofe.