Domenico Sesta

Domenico Sesta nacque a Vieste il 29 gennaio 1937, da Epifanio (falegname) e Carolina Rado (sarta) in Via Montegrappa n.6. Frequentò la scuola elementare di Vieste fino al 4º anno, per poi essere trasferito nel Convitto Nazionale di Lucera, in quanto orfano di guerra. Suo padre infatti morì il 21 agosto 1937 nella Guerra Civile Spagnola. Ritornò a Vieste per le feste e le vacanze estive, fino a quando la famiglia si trasferì definitivamente a Chioggia, dove alla madre, vedova di guerra, fu assegnato un impiego statale. Dopo le scuole superiori, Mimmo si iscrisse all’Università di Berlino (alla facoltà di Ingegneria Civile), dove visse in stretta amicizia con un altro studente italiano, Luigi Spina, conosciuto a Gorizia durante le superiori. A Berlino i due ragazzi strinsero diverse amicizie con gli studenti tedeschi, fra cui Peter Smith. Quest’ultimo, dopo la chiusura dei blocchi di frontiera da parte dei sovietici e la costruzione del Muro di Berlino, rimase bloccato insieme ad altri amici a Berlino Est. Mimmo decise così di aiutarlo a fuggire insieme alla sua famiglia attraverso un tunnel sotterraneo. Mimmo e Gigi, insieme ad altri amici riusciti a fuggire da Berlino Est, impiegarono circa un anno per costruire il tunnel e riuscirono a far fuggire l’amico Peter e la sua famiglia, assieme ad altre 26 persone. Durante il soggiorno a Berlino, Mimmo conobbe Ellen, una ragazza che lavorava in un bar. I due si innamorarono poco tempo dopo il loro incontro e la ragazza giocò un ruolo fondamentale nell’impresa del tunnel, poiché assunse il ruolo di staffetta per guidare i fuggiaschi verso il punto di fuga. Mimmo ed Ellen si sposarono nel 1963, continuando a far fuggire molti altri tedeschi dall’Est verso l’Occidente, attraverso una rete clandestina che produceva documenti falsi. Il presidente italiano Carlo Azeglio Ciampi nel 2000 insignì Mimmo e Gigi di medaglia d’oro al Valor Civile. Il cuore di Mimmo si è fermato per una crisi cardiaca il 5 maggio 2002, un mese prima dell’uscita del romanzo della moglie in Italia.

L’operazione del Tunnel durò quasi un anno: a settembre del 1961 ottennero l’uso gratuito di un deposito in una fabbrica distrutta e abbandonata dalla guerra, realizzarono una monorotaia dove far scorrere il famoso carrello a tre ruote (denominato oggi “La carriola di Mimmo e Gigi” conservata nel Museo del Muro), una linea elettrica per l’illuminazione, una rete telefonica, un impianto per l’aerazione forzata ed un’impalcatura degna di una classica miniera. Insomma un lavoro enorme che fece esaurire tutti i soldi degli studenti, dei loro parenti e dei loro amici. Affrontarono mille problemi e diverse interruzioni ma grazie alla testardaggine e alla genialità dei due giovani italiani arrivò la manna dal cielo, anzi dall’America, che permise il completamento dell’operazione. L’idea venne a Mimmo che con Gigi si presentò alla troupe della televisione americana NBC, a Berlino per la realizzazione di un servizio. Promisero la cessione di tutti i diritti giornalistici e televisivi in cambio di un contributo finanziario per terminare i lavori. L’accordo fu fatto e il Tunnel portato a termine. A questo punto entra in scena Ellen, futura moglie di Mimmo, che ignara fino a quel momento del Tunnel (tutto si eseguiva in assoluta segretezza), accetta l’invito di Mimmo e Gigi di fare da staffetta. Doveva, in pratica, contattare i profughi e condurli in momenti diversi e con segnali particolari, da varie osterie di Berlino Est fino all’imboccatura del Tunnel, al n. 7 della Schonholzer Strasse. Ellen era libera di entrare ed uscire da Berlino Est in quanto residente a Dusseldorf. Attraverso il Tunnel della Libertà, lungo 123 metri, oggi ribattezzato “Tunnel 29”, riuscirono a fuggire 29 persone (parenti ed amici dei giovani volontari). Il primo fu Peter e la sua famiglia. John Kennedy, quando fu informato per telefono del successo del Tunnel, commosso, pianse per la gioia, per la riconquistata libertà di 29 persone, per l’impresa compiuta non da soldati ma da giovani studenti. Quasi un’anteprima della famosa frase pronunciata a Berlino il 26.6.1963: “Ich bin ein Berliner”. Quando venni a conoscenza del libro “Il Tunnel della Libertà” ne regalai una copia ai miei amici berlinesi, Barbara Tebbe e suo marito Volker Telg. Dopo qualche giorno Barbara mi chiamò e mi disse: “Franco, ho letto il libro e sembra impossibile che noi residenti a Berlino Ovest nello stesso quartiere di Mimmo, con casa a Vieste da 35 anni, non sapevamo la vera storia del Tunnel 29 e soprattutto che uno dei due giovani studenti italiani fosse viestano”.

Barbara si mette in moto, gira tutta Berlino alla ricerca degli amici di Mimmo e della moglie Ellen. Li trova, hanno costituito un’associazione culturale “Berliner Unterwelten” (Berlino Sotterranea) e stanno cercando di rendere visitabile una parte del Tunnel 29. Hanno realizzato una Rivista ed un Video per divulgare tutta la storia del Tunnel 29. Incontra Ellen diverse volte, diventano amiche e soprattutto l’aiuta a superare un brutto periodo di depressione. Una sera ci incontriamo nella loro casa di Vieste con Matteo Siena per realizzare con la Società di Storia Patria una ricerca più approfondita della storica impresa e rendere pubblico il gesto eroico del giovane viestano Domenico Sesta. Matteo Siena si occupa della ricerca del periodo scolastico a Vieste rintracciando i registri e gli amici di classe di Mimmo. Quindi passa alla ricerca anagrafica presso lo Stato Civile per intervistare i parenti sparsi in tutta Italia. Io e Barbara traduciamo una sintesi del Video (inedito per l’Italia) fornitoci dall’Associazione Berliner Unterwelten. Volker prepara una ricostruzione storica della Berlino di quel tempo e del Muro che da un semplice filo spinato era infine diventato una barriera invalicabile costituita da ben 7 fasce continue di sbarramento. Tutto era pronto per celebrare Mimmo Sesta nel 50° anniversario del Muro. Eravamo riusciti a ricostruire la storia personale di Mimmo che si era intersecata quasi per caso con quella della Guerra Fredda. Per tre giorni tutte le scuole di Vieste sono state coinvolte in un programma di approfondimento storico sulla triste storia del Muro e della Guerra Fredda, con risultati davvero sorprendenti. Presso il Municipio di Vieste il Consiglio Comunale in seduta straordinaria, alla presenza dei parenti e degli amici di scuola, deliberava a maggioranza assoluta l’intitolazione di una via cittadina a Mimmo Sesta, mentre in contemporanea, Gisela la sorella di Volker, deponeva sulla tomba di Mimmo a Berlino una corona di fiori da parte della Città di Vieste e dei suoi amici di scuola. Gli alunni della V Elementare, dopo la declamazione dell’appello della scolaresca di Mimmo, scoprivano la lapide commemorativa posta in Via Montegrappa, tutta imbandierata di tricolori, esposti spontaneamente dagli abitanti della via. Ellen Sesta ringraziava per telefono il sindaco Ersilia Nobile e la Città di Vieste per tutte le iniziative che erano state fatte per ricordare suo marito. Tutto il lavoro svolto dalla Società di Storia Patria, sezione garganica, è stato pubblicato a Berlino nella rivista dell’Associazione Berliner Unterwelten (n. 3/2012).

NELL’UMILE DIMORA DEL CIVICO N. 6
NACQUE
L’ING. DOMENICO SESTA – “MIMMO”
Vieste 29.1.1937 – Berlino 5.5.2002
“EROE DEL MURO DI BERLINO”
CHE
IDEO’ PROGETTO’ ED ESEGUI’
INSIEME ALL’AMICO LUIGI SPINA
E AD ALTRI VOLONTARI
IL TUNNEL DELLA LIBERTA’
nel 50° anniversario dello scavo del
“TUNNEL 29”
AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI VIESTE
SOCIETA’ DI STORIA PATRIA
9 Novembre 2011

Lapide marmorea affissa a Vieste in Via Montegrappa