Nel tratto costiero a nord del Promontorio, nel territorio che si estende tra Vico, Rodi Garganico e Ischitella si coltivano le arance. I frutti sono prodotti per il consumo fresco e la trasformazione. Delle numerose varietà che si contavano all’inizio del Novecento, ne sono arrivate fino ai nostri giorni le tipologie più importanti. Molto particolare è l’abbinamento dell’arancia nell’acqua sale, un piatto tipico preparato con pane raffermo, acqua salata, aglio, prezzemolo, olio e arance tagliate a tocchetti. E’ una pietanza garganica che si prepara nelle serate invernali, fatta di ingredienti poveri, molto saporiti. Colpisce la semplicità degli elementi utilizzati e l’abbinamento inusuale dell’arancia con aglio e olio. Il gusto è particolare: il sapore dell’arancia affiora in tutta la sua ricchezza, insieme alla consistenza del pane e alla delicatezza dell’olio extravergine d’oliva. L’abbinamento richiama ricette del mondo arabo. Fin dal 1700 le arance sono protagoniste di una festa patronale che si tiene a Febbraio nella città di Vico del Gargano, in onore di San Valentino. In tale occasione ogni angolo del paese viene ricoperto di piante e frutti di arance e limoni. E’ uno spettacolo armonioso di colori e profumi che animano la città garganica dal 8 al 17 Febbraio, in onore del Patrono della città e protettore degli agrumeti. La seconda settimana di Maggio si allestisce la Sagra degli agrumi a Rodi Garganico. Il frutto ha dimensioni piuttosto ridotte e la classica forma sferica, con un sapore dolce ed il profumo caratteristico degli agrumi del nostro assolato sud. Conosciuta fin dall’antichità e non solo nel territorio di produzione, l’Arancia del Gargano è stata al centro dei traffici commerciali con Venezia e raggiunse altri Stati europei e l’America. Questo anche grazie ad alcune sue peculiarità, e cioè il periodo di maturazione, a fine aprile-maggio ed anche ad agosto e la spiccata serbevolezza che permetteva allora al prodotto di sottoporsi a viaggi di 30 e anche 40 giorni. La produzione è limitata, non supera le 30 tonnellate per ettaro per la tipologia “Biondo comune del Gargano” e le 25 tonnellate per ettaro per la tipologia “Duretta del Gargano”. Ottima consumata allo stato fresco, l’arancia del Gargano si presta ad essere utilizzata come ingrediente di numerose ricette in agrodolce, di liquori, bevande o frutta candita. Ma, con l’arrivo dell’estate, può diventare gustosa protagonista di freschi dessert come le arance ai mirtilli. Per prepararle bisogna lavarle, tagliare ad ognuna un cappuccio e vuotarle della polpa che sarà passata al setaccio. Il succo che se ne ricava deve essere versato in una terrina nella quale si devono aggiungere i mirtilli lavati con vino bianco e passati al setaccio, dello zucchero ed un pochino di liquore dolce. Si versa, quindi, il composto ottenuto nelle arance precedentemente svuotate, si guarnisce il tutto con panna montata e, dopo un’ora di riposo in frigorifero, il dessert è pronto per essere servito in tavola.