Vieste

Vieste

Vieste (Vist in dialetto viestano) è un comune italiano di 13.827 abitanti della provincia di Foggia, in Puglia. Stazione balneare garganica, per la qualità delle sue acque di balneazione è stata più volte insignita della Bandiera Blu dalla Foundation for Environmental Education. Fa parte del Parco Nazionale del Gargano e della Comunità Montana del Gargano

Territorio
Coordinate 41°53′0″N 16°10′0″E Altitudine 43 m s.l.m. Superficie 167,52 km² Abitanti 13 963 (31-12-2010) Densità 83,35 ab./km² Frazioni Pugnochiuso, Baia di Campi Comuni confinanti Mattinata, Monte Sant’Angelo, Peschici, Vico del Gargano

Altre informazioni
Cod. postale 71019 Prefisso 0884 Fuso orario UTC+1 Codice ISTAT 071060 Cod. catastale L858 Targa FG Cl. sismica zona 2 (sismicità media) Cl. climatica zona C, 1 239 GG Nome abitanti viestani o viestesi Patrono santa Maria di Merino, san Giorgio, Antonio da Padova, Maria Stella Maris Giorno festivo 9 maggio, 23 aprile, 13 giugno

Vieste
istituzione
Vieste

Storia

I numerosi siti archeologici e i reperti ritrovati in diverse aree nei pressi dell’abitato attestano il popolamento del territorio di Vieste sin dal Paleolitico. Sicuramente questo fu dovuto al clima mite, alle diverse sorgenti di acqua potabile, al terreno fecondo con abbondanza di frutta, alla varietà di selvaggina sia stanziale che migratoria e alla ricchezza di pesci nelle diverse insenature lungo la costa. Le zone che risultano esser state maggiormente frequentate dall’uomo preistorico sono Valle coppe, Campi, Costella, Punta lunga, Macchione, Passo dell’Arciprete e Sfinalicchio. Il territorio viestano, ricco di selce permise, all’uomo nella Preistoria, la realizzazione di manufatti litici utilizzati come strumenti per il lavoro, la caccia o la difesa. In contrada Defensola, a circa tre chilometri dal centro abitato, è stata scoperta una miniera di selce, definita una delle maggiori d’Europa. Sono inoltre visibili resti di tombe dell’età del ferro nelle vicinanze del castello e sulla punta di San Francesco. Nel territorio comunale, in contrada Molinella, sorgeva anche un dolmen che però è andato irrimediabilmente distrutto. Infatti i reperti archeologici ritrovati nel territorio viestano vengono molto spesso lasciati a sé stessi (se non in alcuni casi addirittura occultati) e questo ne determina il deterioramento e la distruzione. Innumerevoli reperti archeologici testimoniano l’insediamento degli antichi Greci e dei Romani a Vieste. Dopo essere stata amministrata dai bizantini, cadde sotto la dominazione dei longobardi. In epoca normanna e poi sveva si ebbe lo sviluppo urbanistico della città come si vede oggi (Castello). In seguito, finì sotto la dominazione degli Angiò. Come altre città pugliesi, fu spesso esposta ad attacchi provenienti dal mare. Si ricordi il pesante saccheggio da parte dei Veneziani nel 1239. Uno dei popoli più pericolosi, per Vieste, erano i Turchi, i quali compirono incursioni anche sanguinarie. Particolarmente grave fu l’episodio di Dragut Rais, che nel 1554 fece decapitare migliaia di viestani. Il fatto è ancora ricordato da una targa presso la cattedrale (pietra di Chianca Amara). Entrata stabilmente a far parte del Regno di Napoli e poi delle due Sicilie, fu amministrata dai Borboni fino all’unità d’Italia

Il Santo Patrono

È considerato il patrono dei cavalieri, degli armaioli, dei soldati, degli scouts, degli schermitori, della Cavalleria, degli arcieri, dei sellai; inoltre è invocato contro la peste, la lebbra e la sifilide, i serpenti velenosi, le malattie della testa, e particolarmente nei paesi alle pendici del Vesuvio, contro le eruzioni del vulcano. Il suo nome deriva dal greco ‘gheorgós’ cioè ‘agricoltore’ e lo troviamo già nelle ‘Georgiche’ di Virgilio e fu portato nei secoli da persone celebri in tutti i campi, oltre a re e principi, come Washington, Orwell, Sand, Hegel, Gagarin, De Chirico, Morandi, il Giorgione, Danton, Vasari, Byron, Simenon, Bernanos, Bizet, Haendel, ecc.In Italia è diffuso anche il femminile Giorgia, Giorgina; in Francia è Georges; in Inghilterra e Stati Uniti, George; Jörg e Jürgens in Germania; Jorge in Spagna e Portogallo; Gheorghe in Romania; Yorick in Danimarca; Yuri in Russia. La Chiesa Orientale lo chiama il “Megalomartire” (il grande martire). Detto tutto questo, si può capire come il suo culto così diffuso in tutti i secoli, abbia di fatto superato le perplessità sorte in seno alla Chiesa, che in mancanza di notizie certe e comprovate sulla sua vita, nel 1969 lo declassò nella liturgia ad una memoria facoltativa; i fedeli di ogni luogo dove è venerato, hanno continuato comunque a tributargli la loro devozione millenaria. La sua figura è avvolta nel mistero, da secoli infatti gli studiosi cercano di stabilire chi veramente egli fosse, quando e dove sia vissuto; le poche notizie pervenute sono nella “Passio Georgii” che il ‘Decretum Gelasianum’ del 496, classifica tra le opere apocrife (supposte, non autentiche, contraffatte); inoltre in opere letterarie successive, come “De situ terrae sanctae” di Teodoro Perigeta del 530 ca., il quale attesta che a Lydda (Diospoli) in Palestina, oggi Lod presso Tel Aviv in Israele, vi era una basilica costantiniana, sorta sulla tomba di san Giorgio e compagni, martirizzati verosimilmente nel 303, durante la persecuzione di Diocleziano (detta basilica era già meta di pellegrini prima delle Crociate, fino a quando il sultano Saladino (1138-1193) la fece abbattere).

san giorgio
san giorgio

La notizia viene confermata anche da Antonino da Piacenza (570 ca.) e da Adamnano (670 ca) e da un’epigrafe greca, rinvenuta ad Eraclea di Betania datata al 368, che parla della “casa o chiesa dei santi e trionfanti martiri Giorgio e compagni”. Il tribuno Giorgio di Cappadocia allora distribuì i suoi beni ai poveri e dopo essere stato arrestato per aver strappato l’editto, confessò davanti al tribunale dei persecutori, la sua fede in Cristo; fu invitato ad abiurare e al suo rifiuto, come da prassi in quei tempi, fu sottoposto a spettacolari supplizi e poi buttato in carcere. Non si sa quando e da chi sia stato introdotto il culto a Vieste, se dai Bizantini o dai Normanni: chiunque sia stato ha mirato a stabilire un equilibrio politico con la Chiesa di Benevento e con quella di Costantinopoli. Infatti si giustificherebbe così la presenza di due compro tettori, S. Giorgio e S. Ponziano (anque questi fu martirizzato a Spoleto tra il 156 e il 165 e il suo culto venne diffuso durante la dominazione longobarda) che occupava il Beneventano. La processione si svolgeva come adesso, con un’unica differenza: San Giorgio non era rappresentato su un cavallo ma era solo un busto scolpito nel legno. La prima statua sul cavallo è arrivata a Vieste verso la fine del 1800 o agli inizi del 900 e ad ordinarla è stata la confraternita di San Giorgio che venne eretta proprio in quel periodo. L’antica statua non aveva una cappella e insieme all’altro busto di San Ponziano costituiva un elemento decorativo dell’altare maggiore della Cattedrale. Di questi due busti se n’è persa la memoria. In questa occasione i viestani, specie le donne, i giovani e i ragazzi, approfittavano per fare acquisti e divertirsi. Si usciva dalle case con “u mugghje”, cioè un ampio fazzoletto o un tovagliolo, fatto a fagotto legato con i quattro angoli, con dentro fette di pane, fave tenere, qualche dolce avanzato a Pasqua, taralli, mustazzule, castagnette, casatìdde, e l’immancabile frittata, che si consumava dopo la Santa Messa sugli spalti della collina.

Chiese di Vieste

Basilica Minore di di Santa Maria Assunta
Indirizzo: Via Celestino V, 69, 71019 Vieste FG
Dimora dei Santi Patroni di Vieste, la Cattedrale di Santa Maria Assunta di Vieste è conosciuta come Duomo della città. Posizionata nel cuore del centro storico di Vieste, nella zona più alta del borgo medioevale, la Cattedrale di Vieste è un notevole esempio di architettura pugliese dell’XI secolo (secondo la tradizione costruita su una chiesa precedente, già tempio pagano) Nel 1981 è stata insignita da Papa Giovanni Paolo II del titolo di Basilica Minore ed è concattedrale dell’arcidiocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. La cattedrale simbolicamente rappresenta uno scrigno nel quale sono custodite opere di importante spessore artistico tra cui la statua lignea della Madonna di Santa Maria di Merino. Di notevole interesse storico-artistico anche la settecentesca tela di Luigi Velpi, raffigurante la Cacciata dei venditori dal Tempio, ed il seicentesco coro ligneo.

Parrocchia di San Francesco d’Assisi
Indirizzo: Via S. Francesco, 15, 71019 Vieste FG
La chiesa ubicata sull’estremità del promontorio del centro storico, chiamata localmente di S. Francesco è  intitolata a S. Caterina d’Alessandria con l’annesso monastero dei conventuali dell’ordine di S. Francesco d’Assisi, sia la chiesa che il monastero furono fondate dalle monache Clarisse cappuccine nel 1438, chiamate a Vieste da due coniugi patrizi viestani,  Algrazio e sua moglie Narda, i quali vollero donare a Vieste un istituto di educazione per le fanciulle, mettendo a disposizione il loro patrimonio, con la condizione di essere assistiti durante la vecchiaia.  Durante il governo francese, il monastero dell’Ordine dei Conventuali è stato soppresso con il decreto del 9 agosto 1809 da Gioachino Murat, e i frati mandati via da Vieste; il monastero e tutti i beni sono stati espropriati e incamerati dallo Stato. Si è salvata solo la Confraternita di S. Antonio, che ha continuato la sua attività, conservando il diritto di riunirsi nella propria cappella presso la chiesa, lasciata aperta al culto ed affidata ad un rettore.

Parrocchia rettoria di San Pietro D’Alcantara
Indirizzo: Largo San Pietro, 71019 Vieste FG
La chiesa non ha avuto molta fortuna nella sua intitolazione: fu dedicato all’inizio a S. Simeone ed era nota come la Chiesa dell’Ospedale, poi fu detta di S. Pasquale Baylon e, infine, dedicata a S. Pietro d’Alcantara. Essa era inclusa nell’edificio che per diversi secoli ebbe la funzione di Hospital. Non si hanno notizie circa la data della sua costruzione, che senz’altro è avvenuta nella seconda metà del 1500 o ai primi anni del secolo successivo. Dalle Relationes ad Limina dei vescovi di Vieste si hanno solo notizie frammentarie e sterili. Mons. Ambrogio Palomba fu il primo referente che nei pressi del monastero di S. Francesco vi era l’hospital, in cui si curavano gli ammalati e si dava ospitalità e assistenza ai poveri e ai pellegrini di passaggio. Può darsi che il fondatore e l’anima coordinatrice sia stato proprio il vescovo Palomba, che governò la Chiesa viestana per ben 22 anni con saggezza e con gran senso di pietà e di amore verso gli ammalati e i diseredati e che vi abbia dato anche il sostegno economico. Con il terribile terremoto del 1646 la chiesa subì gravissimi danni e fra le rovine si perdettero i pochi arredi e i paramenti sacri.

Parrocchia di Santa Croce
Indirizzo: Via Croce, 71019 Vieste FG
Con il titolo di S. Croce venivano ricordati sia la chiesa che il quartiere, posti fuori le mura della città. La chiesa fu costruita nel 1696 su suggerimento di P. Antonio d’Agnone, quando venne invitato a predicare, nell’ultimo periodo della Quaresima, in preparazione alla S. Pasqua. Era costui un eccellente oratore che sapeva esaltare e commuovere la folla, inculcare in ciascuno i profondi sentimenti del Cristianesimo e l’amore verso Dio e verso il Prossimo. Il giorno del Venerdì Santo organizzò una solenne processione penitenziale, attraverso le vie cittadine al seguito di una grande processione cui erano tenuti in vista i misteri della Passione di Cristo portato dai canonici. Fatto uscire il corteo fuori le mura, sostò nei pressi del pozzo di S. Pietro, e dopo un’esplosione di commozione, invitò la popolazione ad erigere in quelle stesse vicinanze una chiesa a ricordo di quella memorabile giornata e da intitolare alla S. Croce. Divenne per tantissimi cittadini, specie per quelli che di buon’ora si recavano al lavoro dei campi, una sosta obbligatoria per una preghiera. Il vescovo Lorenzo Kreaytter, due anni dopo il primo maggio del 1698, a consacrarla e ad autorizzare la celebrazione di una Messa domenicale e in altre particolari circostanze. La custodia della chiesa era demandata ad un eremita.

Parrocchia di San Giuseppe Operaio
Indirizzo: Piazzetta S. Giuseppe, 2, 71019 Vieste FG
Questo sorse per iniziativa del sacerdote don Luigi Fasanella con l’intento di dare ai giovani un punto d’incontro per la loro elevazione culturale e religiosa e per un sano divertimento. L’idea partì durante l’anno santo del 1950, ma si incominciò ad intravederla con la donazione di 1350 mq fatta da Biagio Mafrolla e successivamente con l’acquisto di altri 300 mq di proprietà di un certo Andrea Cariglia. Il progetto dell’Oratorio e della futura chiesa venne propagandato anche fra i viestani d’America che fecero subito pervenire al solerte sacerdote alcune migliaia di dollari. Non erano sufficenti per dare inizio ai lavori, ma bastarono per espletare tutte le pratiche burocratiche necessarie, a cominciare da quelle notarili per il riconoscimento ufficiale della proprietà. L’espansione edilizia intorno all’Oratorio e zone limitrofe indusse l’arcivescovo Andrea Cesarano ad istituirvi il 2 luglio 1966, presso l’Oratorio, una nuova parrocchia, intitolata a San Giuseppe e affidata allo stesso d. Luigi Fasanella. Dopo il suo pensionamento per raggiunti limiti di età, la parrocchia passò prima a d. Giorgio Trotta ed attualmente a d. Michele Ascoli.

Parrocchia del Santissimo Sacramento
Indirizzo: Via Cappuccini, 24, 71019 Vieste FG
La posa della prima pietra, avvenne il 1° maggio 1634, dopo che i Generali degli Ordini Conventuali e dei Carmelitani ebbero dato il loro nulla-osta. Il convento sorse tra mille difficoltà e senza alcun aiuto da parte delle autorità e dei cittadini. La chiesa, che fu consacrata dal Vescovo Kreaytter il 22 giugno 1698 col titolo di S. Maria di Costantinopoli, ha un interno con luce soffusa, che invita alla preghiera, al raccoglimento e alla meditazione. Presenta due altari: quello centrale dedicato alla Vergine e quello nella cappella laterale al Crocifisso. In questa è seppellito, per sua espressa volontà, il vescovo Giovanni Antonio Ruggiero, che nel convento aveva posto la sua residenza, accontendandosi di una sola piccola stanza e dividendo con i frati lo scarno cibo. Oggi, però, la lapide è murata al centro della parete destra della chiesa dove un tempo era l’altare di S. Filomena. Sull’altare centrale campeggia, invece, il quadro di Giovanni De Lo Preite del 1641. E’ un dipinto, olio su tela (cm 357 x 250) che copre quasi interamente la parete e rappresenta la Madonna che allatta il Bambino Gesù, seduta su una nuvola e circondata da un coro di Angeli, mentre dal piano inferiore, S. Francesco d’Assisi, S. Giuseppe, il papa Urbano VIII e S. Antonio di Padova, tutti in estasi contemplano la scena della meternità.

Parrocchia di Santa Maria delle Grazie
Indirizzo: Via Tantimonaco, 71019 Vieste FG
La chiesetta di S. Maria delle Grazie, anche se per un certo periodo fu abitato da eremiti, rimase sempre nel cuore dei viestani e fu sempre meta quotidiana dei devoti. Da tempo immemore vi sosta, nella mattina del 23 aprile, la processione in onore di S. Giorgio e vi si celebra la Messa di ringraziamento al Patrone di Vieste. Anche la chiesetta che dal 1 luglio 1962 è divenuta parrocchia, ha subito delle variazioni: è stata eliminato il campanile a vela sovrastante la facciata e se ne è eretto sul sagrato uno di stile moderno, mentre l’interno della chiesa conserva ancora l’antica struttura. Molto interessante è la cappella laterale con la caratteristica volta a crociera, sostenuta da un arco a sesto acuto. Qui l’altare è sormontato da un quadro raffigurante la Madonna delle Grazie con il Bambino fra due Santi di scuola napoletana del XVIII secolo. Sull’altare centrale, invece, troneggia la piccola statua lignea della Madonna di epoca antichissima, forse la stessa immessa dei primi frati che qui pervennero.

Parrocchia di Gesù Buon Pastore
Indirizzo: Piazza San Nicola Di Mira, 71019 Vieste FG
La Parrocchia “Gesù Buon Pastore” non ha una lunga storia. La Chiesa Parrocchiale è infatti l’ultima struttura Chiesa nata nella città di Vieste. L’intuizione di realizzare un centro parrocchiale nella nuova zona di espansione edilizia di Vieste, contrada Pantanello, è stata di Mons. Valentino Vailati, raccolta e realizzata da Mons. Vincenzo D’Addario e benedetta da Mons. Domenico D’Ambrosio. Il riconoscimento giuridico canonico è molto recente: 11 ottobre 1998. I lavori di costruzione della chiesa si sono conclusi il 5 Aprile 2003. La solenne liturgia della dedicazione, presieduta da Mons. Domenico D’Ambrosio, è stata celebrata il 5 dicembre 2008. La chiesa, intitolata a Gesù Buon Pastore, venera come Santo patrono San Nicola di Myra, poiché sin da tempi remoti nella zona si trova una chiesarupestre paleocristiana scavata nella roccia e dedicata a San Nicola. La parrocchia, ancora in ulteriore espanzione edilizia, abbraccia attualmente circa 4000 abitanti. La vita pastorale della comunità è data dalla fedeltà alla parola di Dio e al Magistero della chiesa.