via Judeca

via Judeca

Questa via si sviluppa ora su una decina di metri, ma un tempo doveva essere lunga almeno il doppio, perché si innestava sulla strada della Ripa, proveniente dal piazzale del Seggio. Il terremoto del 16/2/1838 causò il crollo di gran parte della strada costiera, con il distacco di grossi macigni dalla falesia, posta a Sud e ad Est, nonché gravi danni alle abitazioni, per fortuna senza danni alle persone. A finire poi di abbattere le case lesionate e fatiscenti concorse un secolo dopo ancora un terremoto, quello del 18/8/1948. Nessuno pensò di riedificare quelle abitazioni e così si e dato luogo ad una piazzetta aperta sul mare. Né si poté ricostruire la strada che conduceva al seggio, che , fino a quel 1838 era utilizzata con pomposità durante le processioni partenti dalla Cattedrale. Furono presentati per un decennio progetti all’Intendenza di Capitanata senza un esito positivo. L’organo di controllo provinciale, autorizzò solo la costruzione di un parapetto sul ciglio per evitare incidenti a persone di passaggio. La targa Via Judeca  ricorda l’antico rione riservato agli ebrei. Da alcune notizie pubblicate dal prof. Cesare Colafemmina, si apprende che in questo ghetto, a partire dal X secolo, viveva un esiguo numero di famiglie e che subito dopo la distruzione di Siponto (1223) aumentò, per ospitare gli ebrei che riuscirono a salvarsi. Inoltre, dalla scoperta di un codice conservato a Parigi, il professore Colafemmina rivela che gli ebrei di Vieste non si dedicavano soltanto al commercio, all’artigianato e al prestito del danaro, praticavano anche l’arte della tintoria con eccellenti successi……….