Torri Costiere

Le torri costiere del Regno di Napoli costituivano il sistema difensivo, di avvistamento e di comunicazione lungo la fascia costiera del regno di Napoli. Furono costruite per arginare le frequenti incursioni saracene e corsare. Da ogni torre era possibile scrutare il mare e vedere di solito le due adiacenti, con la possibilità di inviare segnali luminosi e di fumo per trasmettere un messaggio o richiedere soccorso. Le torri costellano gran parte delle coste dell’Italia meridionale e sono spesso interessanti dal punto di vista architettonico; si svilupparono più o meno contemporaneamente a quelle che venivano fatte costruire negli altri stati della penisola italiana, tuttavia, essendo il Regno di Napoli la parte più protesa nel Mediterraneo e la più esposta alle scorrerie, qui si trovano una enorme quantità e varietà di esempi. Sin dall’antichità furono costruite sui litorali marittimi torri costiere con funzioni di avvistamento contro la pirateria, ma dobbiamo arrivare al X-XI secolo perché esse abbiano una connotazione più specificamente antisaracena. In diverse località dell’Italia meridionale vennero edificate torri di vedetta a difesa dei porti e delle principali città. Furono gli Angioini a pensare a un sistema permanente e completo di difesa e di segnalazione con fumo e fuochi dall’alto di torri collocate in promontori e in vista una dell’altra. Tale sistema fu realizzato solo in minima parte, anche a causa dei continui cambiamenti politici e finì per passare sotto il controllo dei feudatari e delle famiglie che intendevano proteggere i propri territori, piuttosto che le popolazioni dei centri abitati.

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Le ordinanze di Pietro di Toledo (1532). Lo stato di continua belligeranza in Europa e in particolare in Italia, con le contese tra Spagna e Francia, non consentirono la riuscita del progetto. Con l’avvento del governo spagnolo al Regno di Napoli (1501), l’idea di un sistema permanente e continuo era stato ripreso, ma solo con il viceré don Pietro di Toledo ci si preoccupò veramente della fortificazione del territorio oltre che della costruzione di fortezze nelle principali città. Gli equilibri politici europei si spostavano infatti portando la Francia a nuove e preoccupanti relazioni diplomatiche e alleanze con l’impero ottomano di Solimano I il Magnifico. Pietro di Toledo emanò già nel 1532-33 delle ordinanze rivolte alle singole Università, imponendo loro di proteggersi da eventuali attacchi saraceni con la costruzione a proprie spese di torri di avvistamento marittimo. La ripresa del conflitto franco-spagnolo rallentò la realizzazione del progetto che gravava interamente sulle spalle dei singoli comuni, impoveriti dalle guerre e impossibilitati a sostenere spese. 

Le ordinanze di Pedro Afan de Ribera (1563). Nuovi ordini di costruzione generale delle torri marittime per conto e sotto la direzione dello Stato vennero nel 1563: in quest’anno il viceré don Pedro Afan de Ribera duca d’Alcalà emanò precise istruzioni ai governatori provinciali. Nelle disposizioni del 1563 era previsto che la costruzione delle torri era decisa dalla Regia Corte; che le fortificazioni esistenti ritenute di pubblica utilità venivano espropriate dietro indennizzo; che regi ingegneri avrebbero individuati le località adatte alla costruzione di una catena ininterrotta di torri per tutto il Regno; che le spese della costruzione sarebbe state imputate alle Università cointeressate in proporzione alla popolazione. I governatori delle provincie si mossero immediatamente con gli ordini di progettazione e di costruzione di numerose nuove torri; in realtà poche vennero effettivamente realizzate subito, a causa del criterio di ripartizione delle spese: molte università, infatti, ritenevano che lo Stato dovesse farsi carico per buona parte dell’esborso; altre lamentavano che le proporzioni erano falsate da censimenti superati e talvolta mendaci. Nel 1567 quindi si decise di imporre una tassa di 22 grana per tutti i fuochi del Regno, escludendo le città distanti oltre 12 miglia dalla costa. In tal modo nel giro di pochi anni la fabbricazione delle torri progettate si poteva dire in buona parte avviata e in parte completata. Per gli equipaggiamenti necessari, gli stipendi ai torrieri, per la manutenzione e il restauro di torri rovinate, la Regia Camera impose nel 1570 una nuova imposta di 22 grana.

La fine del progetto. La progettazione e la costruzione di nuove torri, per quanto necessarie e richieste dalle popolazioni, ebbe però un arresto. Solo con una nuova imposizione si riuscì a realizzare altre torri negli anni ottanta. Una relazione del 1590 elenca 339 torri nel Regno, ma queste, oltre a non costituire quel sistema continuo previsto per la mancata realizzazione di alcune, presentavano già i primi segni di cedimento: per la cattiva esecuzione da parte di fabbricatori sleali, per l’incauta collocazione alla foce di fiumi che ne minavano le fondamenta, per l’incuria dei torrieri e dei cavallari malpagati e persino per le incursioni saracene. D’altro canto la Regia Corte non aveva previsto di dover affrontare delle spese così ingenti di gestione. La nuova imposizione del 1594 consentì la costruzione di altre torri rimaste in sospeso e solo col secolo seguente il progetto poté coinsiderarsi ultimato. In capitanata furono costruite 25 Torri costiere. 

Torri del Gargano.  Torre Fantine – Torre Mozza – Torre Fortore (Lesina) – Torre Scampamorte (Lesina) – Torre Mileto (San Nicandro Garganico) – Torre Calarossa (San Nicandro Garganico) – Torre Varano piccolo (Ischitella) – Torre Varano grande (Ischitella) – Torre dei Preposti (San Menaio) – Torre monte Pucci (Peschici) – Torre di Calalunga (Peschici) – Torre Usmai (Peschici) – Torre di Sfinale (Vieste) – Torre di Porticello (Vieste) – Torre di Molinella (Vieste) – Torre di Portonuovo (Vieste) – Torre Gattarella (Vieste) – Torre San Felice (Vieste) – Torre Testa (Vieste) – Torre di Portogreco (Vieste) – Torre di Pugnochiuso (Vieste) – Torre di Monte Barone (Mattinata) – Torre Saracena (Mattinata) – Torre di Monte Saracino (Mattinata).  Ischitella – Torre Varano Piccola e Grande Comune:  Ischitella Modalità di fruizione: Cronologia: XII secolo Alla foce orientale della laguna di Varano vi sono due torri che distano tra loro a meno di un chilometro. Sono Torre Varano Grande e Torre Varano Piccola. Gli edifici fortificati si trovano inglobate all’interno dell’abitato di Foce Varano. Si tratta quasi certamente delle torri costiere più antiche del Gargano, probabilmente della fine del ‘200. Lo testimonia la diversa struttura architettonica più arcaica con base cilindrica e merli a coda di rondine, molto rari nelle torri pugliesi. Una visita alla borgata marinara non mancherà di farvele scoprire. La più piccola sorge in prossimità del canale di Foce Varano. L’altra lungo la via omonima.

Lesina – Torre Fortore Comune: Lesina Modalità di fruizione: Cronologia: XV secolo Torre Fortore è situata tra il fiume Fortore e il lago di Lesina. Si tratta di una delle torri costiere più imponenti, anche perché più volte rimaneggiata. Essa è quadrangolare a tronco di piramide. Più che a torre, assomiglia ad una fortezza. La costruzione di questa torre fu iniziata in seguito ad una concessione del 1485 con la quale re Ferdinando d’Aragona conferiva a Riccardo d’Orefice facoltà di costruire una torre a difesa del porto e della spiaggia del Fortore . La costruzione terminò intorno al 1540. L’accesso alla torre era in alto con scala di legno retrattile, in seguito sostituita da rampe in muratura. Queste rampe sono collocate sulla parete a monte, perché la parete rivolta verso il mare è cieca (dal momento che è più esposta al pericolo), le due laterali sono munite solo di finestre, per permettere l’entrata della luce. L’accesso al terrazzo è sempre ricavato nello spessore della muratura sopra la porta d’ingresso. Ottavio Beltrano nel suo Breve descrizione del regno di Napoli, Napoli 1644, chiama Torre Fortore, Torre della foce di Lesina. In questa stessa zona e precisamente dalla parte est di Torre Fortore sfocia oggi il fiume Fortore. Anticamente il fiume sfociava in prossimità di Lesina, formando un piccolo delta di due rami, i cui avanzi sono i così detti Fiume Morto, vicino alla Torre Fortore, ed Acquarotta, vicino all’antico porto di approdo delle barche . Nella carta geografica del Magini, edita nel 1620, ma derivata da carte precedenti, Torre Fortore risulta isolata tra due rami del fiume. Nel 1780-90, in conseguenza di una grande piena, il fiume lasciava il suo primo sbocco e si apriva l’attuale nuova foce, detta perciò Bocca Nuova. Il gran volume delle sue acque perenni, oggi ridotte a misera quantità, permetteva a grossi battelli di spingersi fin sotto Civitate. In quel tratto, molti approdi interni, erroneamente detti porti, davano agio ai pescatori di praticare con gli abitanti limitrofi lo scambio delle merci e dei prodotti di ogni genere. Gli approdi della Torre Fortore e di Acquarotta, detti appunto porti, servivano a spedire mercanzie a San Severo, a Foggia, a Napoli e a Salerno e di là s’imbarcavano le derrate e i prodotti dei paesi vicini. Per uso di quegli scambi furono costruiti dai monaci di Ripalta dei magazzini vicino alla Torre Fortore, i quali furono in parte rovinati dal terremoto del 26 luglio 1805, detto di S. Anna. I monaci esigevano un tributo di soggiorno per le merci depositate nei magazzini e dai viandanti. G.M. Galanti , visitando la Capitanata, così descrive questo luogo: “La foce del Fortore è un caricatoio di grano con alcuni pochi magazzini. Vi è una torre di guardia, la più bella che io abbia veduto in tutto il Regno; ma restai sorpreso in vederla affidata ad un barone col diritto di esigere mezzo grano a tomolo sopra i frumenti che vi si caricano. Mi si disse che da più di un secolo quella torre fu conceduta ad un ufficiale spagnolo, il quale la vendé al principe di San Severo. Nonostante l’esazione, questa torre rovina per difetto di riparazioni. Non si vede alcuna munizione. I contrabbandi in questo luogo sono un effetto necessario di tali disposizioni. Le nostre antiche prammatiche si brigarono di intendervi il commercio, quando ché dovevano renderlo popolato. E’ degno di attenzione che la torre fu conceduta quando vi era interdetto il commercio, ed allora l’esazione doveva essere una piccola cosa; oggi che il commercio vi è libero, tale esazione si è affittata ducati 600 all’anno”. Nel 1807 russi e inglesi assalirono Torre Fortore per distruggere i magazzini di rifornimento, che fungevano da soccorso per le isole Tremiti. Dalla piccola guarnigione furono varie volte respinti e, nonostante la vigile sorveglianza, i soldati della guarnigione riuscirono a fornire i viveri allo stremato presidio tremitese, il quale poté ancora valorosamente resistere e costringere i nemici a togliere l’assedio . Negli ultimi decenni la torre è stata adibita a posto di guardia costiera di finanza ed in seguito sgombrata per qualche anno per i muri pericolanti. In seguito è stata restaurata, interamente e adibita di nuovo al servizio di sorveglianza doganale per lungo tempo. Oggi è occupata dal Corpo Forestale dello Stato.

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Lesina – Torre Mozza Comune: Lesina Modalità di fruizione: Cronologia: XV secolo Alla foce del Fortore troviamo T. Fortore sul versante idrografico destro nei pressi di marina di Lesina e i ruderi di T. Mozza sul versante sinistro. La Torre, oggi in avanzato stato di degrado, si inserisce nel contesto ambientale della marina di Serracapriola. Quest’ultima inizia in prossimità della foce del Canale Capo d’Acqua e si estende per circa otto chilometri di arenile e dune. L’area costiera è caratterizzata da formazioni di macchia mediterranea, Le Marinelle, in parte ricadente nel Parco Nazionale del Gargano e da rimboschimenti degli anni ’60 di pini ed eucalipti in località Longara. In prossimità della torre è situata un’antica foce di uno dei canali che scendono dai Monti della Daunia verso il mare. L’area è ancora interessata da formazioni vegetali legati ad ambienti umidi. La prossimità con tale formazione fa immaginare la presenza di una antica forma di riparo per le imbarcazioni oggi probabilmente scomparsa per interramento della foce. Attualmente l’arcaico edificio si trova a circa 500 m. in linea d’aria dalla linea di costa. Si può accedere alla torre seguendo una delle stradine che dalla pineta Le Marinelle conduce verso il mare. 

Lesina – Torre Scampamorte Comune:  Lesina Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo Torre Scampamorte è situata lungo la lingua di terra che separa il mare dalla laguna di Lesina. La Torre dista circa 11 km dal canale Acquarotta e circa 3 km dalla foce Schiapparo. La sua attuale posizione è a circa 200 m. dalla linea di battigia, in una radura che si apre nella macchia mediterranea del bosco Isola. La torre, nonostante la sua strategica posizione, appare oggi diroccata ed in avanzato stato di degrado. La torre è di forma quadrangolare misura circa 12 metri per lato; una misura questa superiore alla minima per le torri del viceregno a tre caditoie per lato. Fino al secolo scorso la torre era occupata da guardie doganali e di sorveglianza delle coste. Nei pressi della Torre Scampamorte si apriva un tempo il canale S. Andrea, chiamato anche canale di Scampamorte. La foce di S. Andrea, di cui sono ancora oggi visibili le strutture in mare congiungeva in passato il mare con il lago di Lesina. Oggi il canale è interrato. Documenti storici descrivono una foce chiusa con ripari per la pesca, i cosìdetti acconci, utili alla cattura delle anguille. L’apertura della foce S. Andrea fu constatata anche, nel 1811, dall’agrimensore Floriano Conte, che così descriveva la foce “comunica con il mare in dati mesi dell’anno, chiudendosi nei restanti mesi. L’affittatore, dice il rilievo del perito, la dissopila in primavera, e allora vi entra il pesce nuovo, e il vecchio uscendone già ingrassato, se ne forma presa abbondante, e questa operazione chiamasi sfociare il lago. Odiernamente la foce S. Andrea trovasi quasi occulta, e quella che è aperta è chiamata Schiapparo” . La foce aveva quindi storicamente una grande importanza per la pesca e la vendita del pesce. Alcuni documenti storici testimoniano nei suoi pressi anche un insediamento romano e tardo-antico. Nei pressi della torre e della foce era presente un tempo un grosso fabbricato in muratura che serviva per l’abitazione dell’amministratore, dei caporali maggiori e di tutto il rimanente personale adibito alla cattura e vendita del pesce. Il nome foce S. Andrea deriverebbe da una chiesetta eretta dai monaci benedettini di Tremiti in onore del Santo. Nei suoi pressi era anche presente un piccolo molo per l’imbarco per le Tremiti. n corrispondenza della torre, sul versante lagunare è presente il delta lagunare di S. Andrea, sul quale è rimasto isolato un vecchio fabbricato con la chiesetta omonima, costruita nel ?700 su vecchie strutture ed ora sconsacrata . La resistenza della torre è stata seriamente provate nel 1627, quando un maremoto interessò questo tratto di costa. Una leggenda narrà che due soldati posti a guardia della Foce Sant’Andrea quando trovarono scampo nelle mura della torre nel momento in cui lo tsunami investì l’istmo. Ed è proprio a questo episodio che si deve il nome della torre.
Mattinata – Torre del Porto Comune:   Mattinata Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo Il lungo tratto costiero posto tra la località Pugnochiuso e la piana di Mattinata appare sprovvisto di torri di avvistamento costiero. Tale aspetto è probabilmente più il risultato dell’azione demolitrice del tempo piuttosto che una falla del preciso apparato difensivo determinatosi nel corso di diversi secoli a difesa delle coste. Bisogna arrivare alla lunga spiaggia della piana di Mattinata per ritrovare Torre del Porto situata appunto in questa posizione a breve distanza dalla linea di battigia, sovrastata da edifici e strutture turistiche che hanno anche utilizzato il suo nome come elemento di richiamo dei visitatori. La torre fu edificata a partire dal 1569 e completata in pochi anni. Il suo compito era di difesa dell’allora piccolo villaggio di pescatori di Mattinata. La costruzione ricalca lo schema tipico del tardo periodo vicereale con un massiccio corpo tronco piramidale dalle pareti lisce, piccolissime aperture. Mancano torri di avvistamento anche su Monte Saraceno e il tratto costiero verso Manfredonia conserva al più masserie ed altri edifici rurali fortificati.
Peschici – Torre di Calalunga Comune:  Peschici Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo La costa garganica posta ad oriente di Peschici è tutta un susseguirsi di piccoli promontori rocciosi, che racchiudono preziose calette sabbiose, incorniciate da fitte pinete e formazioni di macchia mediterranea. Un luogo ideale per la balneazione, anche per chi nei secoli, provenendo dal mare, cercava di approdare a terra ed in maniera subdola aggredire le popolazioni costiere. Per questo motivo durante il Viceregno di don Pedro Afan de Ribera, su proposta del governatore Carlo Caracciolo, nel 1564, fu stabilita la costruzione di torri fortificate lungo le coste, per svolgere un compito di controllo, avvistamento e difesa degli abitati e delle popolazioni. La prima torre posta ad oriente dell’abitato di Peschici è Torre di Calalunga. Nel 1570 la torre venne assalita e smantellata dai Turchi. Ma successivamente proprio per la sua funzione strategica la torre fu ricostruita. Si tratta di una tipica torre a base quadrangolare e forma di tronco di piramide. La torre ha perso la sua originaria copertura che è stata sostituita da una più recente. Il promontorio di Calalunga su cui sorge, domina ad occidente le punte di Manaccora e S. Nicola che precedono Peschici. Ad oriente si trova invece il promontorio e la Torre Usmai.

Peschici – Torre di Monte Pucci Comune:  Peschici Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo Posta la confine tra l’agro di Vico del Gargano e quello di Peschici, la Torre di Monte Pucci domina la sottostante piana di Calenella, quella di Padula con il porto e il promontorio su cui si erge in centro urbano di Peschici. L’edificio fortificato, ben visibile percorrendo la costiera che collega Peschici con S. Menaio e Rodi Garganico, si leva a picco sul mare, in posizione dominante e panoramica. La torre ha base quadrangolare e presentano la forma di tronchi di piramide. Il varco di accesso, come di consueto rivolto verso monte, è soprelevato rispetto al piano di campagna: in origine raggiungibile con scala retraibile, presenta oggi una poco indicata scala di marmo bianco che accede alla “Cantina il Baccanale” ricavata nel vano voltato della torre. Nelle pareti laterali si aprono le feritoie. La torre, ha perso l’originario coronamento e come le altre della zona presenta dimensioni assai ridotte che ne attestano la sola funzione di avvistamento (non difensiva). La torre è completa nei due piani. Una delle caratteristiche della Torre di Monte Pucci, è di essere ubicata su un tratto di costa affacciato direttamente verso nord, per cui è possibile in estate vedere sorgere e tramontare il sole sullo stesso mare. La Toore presenta nache un notevole valore panoramico: in lontananza, nelle giornate terse si possono scorgere le Tremiti e le isole della Dalmazia. Ad oriente si gode un magnifico panorama sull’abitato di Peschici e ad ovest si può ammirare in lontananza l’abitato di Rodi Garganico preceduto dal lungo arenile di San Menaio. In prossimità della torre sono situati tre trabucchi da pesca. Intorno agli anni Sessanta, la Torre di Montepucci divenne, per qualche anno, la residenza dell’artista Manlio Guberti che vi aprì un ospitale Club della Tavolozza. Pittore, incisore e poeta, Guberti aveva studiato musica e giurisprudenza e si era diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma. Partecipò alla Biennale di Venezia e ad oltre 50 esposizioni personali in Italia e nel mondo.
Peschici – Torre Sfinale Comune:  Peschici Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo Posta a chiudere la baia omonima a nord-ovest, si trova la Torre di Sfinale. Purtroppo la torre è ormai solo un rudere. La posizione, su un basso promontorio roccioso, conferiscono a Torre Sfinale un fascino particolare facendola apparire sempre sospesa tra il mare e il cielo. La lunga piaggia di Sfinale, incorniciata dagli sbocchi del valllone di Sfinale e Sfinalicchio chiude verso il mare le acque della palude omonima. Poco distante la grotta dell’acqua e altre testimonianze archeologiche fanno comprendere l’attrattività esercitata da questo luogo sull’uomo sin dai tempi più remoti. La torre a una tipica base quadrangolare e forma di tronco di piramide. Sempre sul promontorio roccioso si trovano i resti di un trabucco.
Peschici – Torre Usmai Comune:   Peschici Modalità di fruizione: Cronologia: Torre Usmai è situata su un piccolo promontorio posto ad oriente di Peschici tra il promontorio di Calalunga e la costa rocciosa di Sfinale. La torre a una tipica base quadrangolare e forma di tronco di piramide. La torre è accessibile grazie ad una strada che si imbocca dalla litoranea. Poco distante dalla torre si trova l’omonimo trabucco, famoso per una pesca eccezionale quando 10 tonnellate di cefali argentati vennero catturati in una sola pescata.

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Rodi – Torri costiere a Rodi Garganico Comune:   Rodi Modalità di fruizione: Cronologia: XII secolo Nel tratto costiero di Rodi Garganico sono segnalate due torri costiere. La prima partendo da ovest è la torre Sanzone, già vincolata dal Piano Paesaggistico regionale, si trova ad est del centro abitato di Lido del Sole. La seconda torre è stata nel tempo assorbita dal campanile della Chiesa di San Nicola di Mira, presente nelle mura del centro storico della cittadina. Il possente e caratteristico campanile è articolato su ben tre piani ed è stato appunto realizzato in due momenti differenti; la prima parte, ovvero una torre quadrangolare a stile romanico, venne costruita intorno alla metà del XII secolo in occasione della dominazione normanna. In seguito si sarebbero aggiunti in momenti successivi un tamburo ottagonale e la sovrastante cupola in laterizio rosso che culmina in una cuspide. Fino a tutto il XVII secolo, l’edificio venne adibito a torre di avvistamento quale parte del sistema difensivo costiero capace di consentire una egregia difesa della città di Rodi Garganico.
Rodi – Torrione di San Menaio Comune:   Rodi Modalità di fruizione: Cronologia: XIII secolo Lungo la litoranea che collega la città di Rodi Garganico a Peschici, in località S. Menaio è possibile ammirare una della più imponenti torri costiere del Gargano. La torre è situata a poche decine di metri dalla linea di battigia. La rotabile citata la separa dal lungo e famoso arenile di S. Menaio. San Menaio è un borgo balneare di particolare bellezza, rinomato fin dai primi anni del Novecento per la sua sabbia fine e le antiche foreste di pini d’Aleppo. Dalla citata località tortuose stradine consentono di risalire la montagna attraverso giardini di agrumi, bordure di alloro, ulivo e canne palustri, ville e casini nobiliari di pregevole valore architettonico. Il nome, Torre dei Preposti, ne sottolinea l’originaria funzione doganale. La torre ha origini trecentesche ed è certamente nata per la funzione difensiva, in un luogo facilmente accessibile dal mare. L’imponente torre ha base quadrangolare ed è stata varie volte rimaneggiata negli anni. Attualmente è locata ad alcuni privati che la utilizzano come deposito.
Sannicandro – Torre di Calarossa Comune:   Sannicandro Garganico Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo La torre di Cala Rossa è situata a circa 2 km. dalla foce Capoiale, canale di collegamento tra la laguna di Varano e il mare. Dell’edificio fortificato, costruito nel 1569, oggi rimane soltanto qualche rudere, ma un tempo questa torre costituiva insieme alla vicina Torre Mileto (distante circa 2 km), alla Torre Scampamorte, presente sull’istmo di Lesina, alla Torre Fortore e alle Torri Varano, un imponente e comunicante sistema difensivo del nord Gargano. La visita consente oggi di apprezzare solo due pareti rivolte a Nord e ad Ovest. L’edificio originale era costituito probabilmente da una torre a cinque caditoie. Torre Cala Rossa è costruita sulla scogliera a circa 50 m. dalla linea di battigia, laddove alcuni canali carsici sembrano convogliare le acque meteoriche provenienti dal Monte D’Elio. L’inserimento paesaggistico, in un ambiente dominato dalla macchia mediterranea è di sicuro impatto. Il toponimo trae probabilmente origine dal colore rossiccio degli scogli ricchi di ferrite.
Sannicandro – Torre Mileto Comune:   Sannicandro Garganico Modalità di fruizione: Cronologia: XIII secolo Torre Mileto è posta su un piccolo sperone di roccia sulla costa tra la laguna di Lesina e quella di Varano. Nell’entroterra incombe la sagome di Monte d’Elio e delle sue formazioni di macchia mediterranea. E’ forse una delle torri più antiche del Gargano e la sua origine è probabilmente Aragonese. Le prime attestazioni della sua esistenza risalgono a documenti del XIII secolo a firma di Carlo II d’Angiò re di Napoli. La denominazione originaria, ancora nell’uso dialettale, era Maletta, in riferimento a Manfredi Maletta, camerario del Regno delle due Sicilie nella seconda metà del 1200. Nel periodo medievale la torre era funzionale alla difesa di un casale omonimo, in seguito distrutto da un attacco dei pirati saraceni nel 1245. L’attuale struttura è databile con certezza alla metà del XVI secolo, quando un mandato del viceré spagnolo Don Pedro di Toledo impose l’incremento e il rafforzamento dei presidi costieri e l’adeguamento strutturale delle torri già esistenti. Tra il XVII e il XVIII secolo la torre era base stanziale di una piccola guarnigione di soldati, ma verso la prima metà dell’Ottocento, diventa base telegrafica per i contatti con le vicine Isole Tremiti, con annessa stazione meteorologica e semaforica collegata ad un porticciolo ricavato nella baia ad Est. Verso la metà del Novecento la torre è stata adibita a caserma della Guardia di Finanza, con annessa stazione radio e atterraggio elicottero sulla sommità. Tale uso è terminato verso la fine degli anni ’60. La torre presenta base quadrangolare, con i lati disposti in ordine ai punti cardinali. Sul lato Sud vi è una scalinata rampante costruita in un periodo successivo. La parte superiore è delimitata da una corona a cinque caditoie a scopo difensivo. Dalla sua terrazza è possibile scorgere tutte le altre torri costiere fino alla costa molisana. Attualmente la torre è di proprietà del comune di San Nicandro Garganico. La torre è stata ristrutturata e resa fruibile nel 2005.

Torri Costiere di Vieste

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Vieste – Torre agricola in loc. Macchia di Mauro Comune:   Vieste Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo Posta più verso l’interno (a circa 1100 m dalla linea di battigia), su un rilievo in posizione panoramica sulla sottostante spiaggia del Castello, questa torre è oggi diroccata. Un tempo certamente rappresentava parte di un più vasto sistema difensivo posto in collegamento visivo con la Torre del Ponte e il Castello di Vieste. Sotto il profilo architettonico, la torre segue lo schema tipico delle torri del tardo periodo vicereale (seconda metà del XVI secolo): pianta quadrata, massicce pareti di conci di pietra inclinate a scarpa, piccolissime aperture. Come altre torri coeve, fu realizzata senza apparato a sporgere, tipico elemento di difesa. Queste stesse caratteristiche individuano una funzione di punto di avvistamento piuttosto che di difesa. Fu utilizzata anche come punto di dogana per controllare le merci dei contadini: olio , vino, grano, mandorle, polli, frutta e verdura. Fu abbandonata poi per quasi 3 s ecoli, per poi essere abitata da monaci dal 1843 al 1900. In seguito fu venduta a privati.
Vieste – Torre dell’Aglio Comune: Vieste Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo Torre dell’Aglio è situata in una porzione della costa garganica particolarmente ricca di questo tipo di edifici difensivi. La costa tra Vieste e Mattinata presenta un profilo particolarmente articolato della costa, aspetto che richiedeva una notevole vicinanza tra le torri di avvistamento per poter garantire il collegamento visivo. Tale collegamento visivo avveniva infatti mediante l’uso di fuochi, specchi e lenti e le profonde insenature di questa parte del promontorio hanno quindi richiesto la edificazione di diversi fortilizi. Torre dell’Aglio è costruita su un piccolo promontorio roccioso, ad una altitudine di circa 100 m. sul livello del mare, in collegamento visivo con Torre dei Campi e Torre di Porto Greco. La torre fu edificata intorno al XVI secolo secondo lo schema tipico del tardo periodo vicereale con un massiccio corpo tronco piramidale dalle pareti lisce, piccolissime aperture.
Vieste – Torre del Ponte Comune:   Vieste Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo La Torre del Ponte è oggi il rudere dell’edificio posto un tempo a difesa della sottostante spiaggia del Castello, che prelude la città di Vieste. Questa fortificazione, posta a circa 60 m. di altitudine, era in definitiva di particolare importanza per la difesa dell’abitato di Vieste. Purtroppo dell’edificio rimangono oggi solo pochi resti, visitabili fermandosi in prossimità degli ultimi tornanti della litoranea che preludono al rettilineo della spiaggia del Castello. In prossimità dei ruderi della torre sfocia la valle della grotta con il suo apporto di acque dolci.
Vieste – Torre di Campi Comune: Vieste Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo Posta a guardia della sottostante baia omonima, Torre di Campi sorge su un piccolo promontorio roccioso. La baia, originatasi per l’apporto di detriti da parte dei grandiosi valloni provenienti dai rilievi di S. Tecla, è chiusa all’orizzonte dal grande scoglio dell’isola di Campi. La spiaggia di Campi, lunga circa 800 m, è formata da ciottoli e presenta un fondale alto. Stupenda e selvaggia, Campi non ha stabilimenti a deturpare l’equilibrio naturalistico. Nell’entroterra si estende la tenuta di Pugnochiuso e riserva faunistica di S. Tecla, dove vivono in uno stato di semicattività cervi, mufloni, daini, cinghiali e altri grandi erbivori. E’ forse questo l’ultimo angolo del Gargano nel quale le grande foreste di faggio della Foresta Umbra conservano una continuità di vegetazione spontanea sino all’orizzonte delle pinete costiere e delle bianche falesie. La torre fu edificata intorno al XVI secolo secondo lo schema tipico del tardo periodo vicereale con un massiccio corpo tronco piramidale dalle pareti lisce, piccolissime aperture, l’ingresso sopraelevato sul lato a monte raggiungibile tramite una ripida scala in pietra.

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Vieste – Torre di Porto Greco Comune: Vico Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo Torre di Porto Greco è situata sulla costa tra Vieste e Mattinata, posta a guardia della omonima spiaggia. La spiaggia di Porto Greco presenta arenile ghiaioso e fondale profondo. La sua natura selvaggia richiama in questo luogo i bagnanti più spartani amanti della natura, anche per la mancanza di stabilimenti balneari e per l’accessibilità solo attraverso un lungo e tortuoso sentiero da fare a piedi. La torre è in collegamento visivo con la Torre dell’Aglio e la Torre di Pugnochiuso. La comunicazione avveniva mediante l’uso di fuochi, specchi e lenti e le profonde insenature di questa parte del promontorio hanno quindi richiesto la edificazione di diversi fortilizi. Torre di Porto Greco è costruita a mezzacosta, direttamente affacciata sulla falesia. Appare immersa nel verde della pineta e della macchia mediterranea. Un piccolo sentiero consente di accedervi. La torre fu edificata intorno al XVI secolo secondo lo schema tipico del tardo periodo vicereale con un massiccio corpo tronco piramidale dalle pareti lisce, piccolissime aperture. 

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Vieste – Torre di Porto Nuovo Comune:   Vieste Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo La Torre di Portonuovo si trova in posizione leggermente elevata sulla pianeggiante omonima spiaggia. Di fronte alla spiaggia si staglia all’orizzonte la sagoma inconfondibile dello scoglio di Portonuovo, un isoletta rocciosa dal profilo morbido e arrotondato, che presenta vegetazione erbacea. Sulla spiaggia durante le stagioni meno calde si creano ambienti palustri nei quali è possibile osservare uccelli acquatici di passo. La torre fu edificata intorno al 1568, a diretto contatto visivo con la torre Gattarella che sorge sul promontorio a sud. Il manufatto, costruito con conci di pietra a vista, ha i caratteri tipici del periodo vicereale: pianta quadrata, corpo tronco piramidale, finestre piccolissime, ingresso sulla parete a monte. Era dotata in origine di apparato a sporgere, elemento tipico di questo genere di fortificazione, oggi distrutto, la cui esistenza è attestata da alcune tracce ancora visibili sulla muratura. La torre ha perso negli anni anche la sua copertura originaria.
Vieste – Torre di Pugnochiuso Comune:   Vieste Modalità di fruizione: Cronologia:  XVI secolo Torre di Pugnochiuso è inserita nell’omonimo complesso realizzato dall’ENI negli anni ’60. La torre era posta a guardia della sottostante spiaggia di Porto Piatto. Oggi la spiaggia e la torre sono accessibili solo attraverso la struttura ricettiva di Pugnochiuso. La spiaggia è accessibile anche via mare, ma è data interamente in concessione alla struttura ricettiva. La spiaggia è molto piccola, ma molto suggestiva sia per la forza della falesia che per la ricca vegetazione spontanea presente. Presenta fondale alto ed arenile ghiaioso. La torre è in collegamento visivo con la Torre di Porto Greco e la Torre Preposti, oggi adibita a faro. La torre fu edificata intorno al XVI secolo secondo lo schema tipico del tardo periodo vicereale con un massiccio corpo tronco piramidale dalle pareti lisce, piccolissime aperture.
Vieste – Torre Gattarella Comune:   Vieste Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo Posta su un promontorio roccioso, a 64 m. di altitudine e in posizione panoramica, la Torre Gattarella domina dall’alto sulle coste rocciose a sud e la spiaggia di Portonuovo a nord. La torre si trova a diretto contatto visivo con la torre di Portonuovo a nord e con la torre di San Felice a sud. L’edificio è in pessimo stato di conservazione, praticamente ridotta a rudere. Si può comunque riconoscere lo schema tipico delle torri del tardo periodo vicereale (seconda metà del XVI secolo): pianta quadrata, massicce pareti di conci di pietra inclinate a scarpa, piccolissime aperture. Come altre torri coeve, fu realizzata senza apparato a sporgere, tipico elemento di difesa: poiché era necessario procedere con rapidità ed in economia al completamento della cinta difensiva, si attribuì alle torri il ruolo di punti di avvistamento piuttosto che di difesa. La tabellonistica del parco rende semplice l’individuazione della torre.
Vieste – Torre Papagno Comune:    Vieste Modalità di fruizione: Cronologia: XIX secolo Posta a circa 200 m dalla linea di battigia, Torre Papagno è una torre ottocentesca, recentemente ristrutturata ed adibita a struttura ricettiva. L’edificio storico è posto in posizione centrale rispetto alla spiaggia di S. Lorenzo e a circa un chilometro dal centro urbano di Vieste. L’edificio è costituito da due piani con una torretta fortificata.

Vieste – Torre Porticello Comune:  Vieste Modalità di fruizione: Cronologia: XVI secolo Torre Porticello è posta ad occidente e a breve distanza dall’abitato di Vieste. L’edificio fortificato si trova su un basso promontorio roccioso in prossimità dello sbocco del canale delle Molinelle. Dalla sua posizione domina la spiaggia di Scialmarino ad ovest e le coste rocciose e la spiaggia di San Lorenzo ad est. Poco distante si trova un insediamento dell’età del bronzo e i resti dell’antica struttura portuale. A circa un chilometro di distanza si trova invece l’area archeologica della miniera di selce della Defensola. La torre fu edificata intorno al 1568 secondo lo schema tipico dell’epoca vicereale: a pianta quadrata, con lisce pareti in pietra inclinata a scarpa, piccolissime aperture ed un ingresso sopraelevato raggiungibile tramite una scala. La parte che attualmente sovrasta l’originario cordolo di coronamento è un’aggiunta posteriore che ha modificato le proporzioni iniziali del manufatto. Come altre torri risalenti alla stessa epoca è priva di apparato a sporgere, elemento tipico delle strutture fortificate. A breve distanza dalla torre si possono osservare i resti del trabucco omonimo. 

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Vieste – Torre Preposti Comune:   Vieste Modalità di fruizione: Cronologia: la struttura originaria è del XVI secolo Torre Preposti rappresenta il faro più orientale d’Italia, costruito nel 1946 sulla preesistente antica torre d’avvistamento del 1500. La sua luce segnala la punta del promontorio pugliese del Gargano. Da più di cinquant’anni, dal tramonto all’alba è una preziosa guida per i marinai che navigano in questa parte del Mar Adriatico. Il faro è alto 62 metri dal pelo dell’acqua, la sua portata può arrivare anche a 60 chilometri di distanza. A Torre Preposti l’ingresso è vietato: la costa rocciosa dal lato del mare e un recinto spinato tutt’intorno ne segnano il limite invalicabile, perché la zona è territorio militare. A ridosso della lanterna c’è un edificio bianco adibito a residenza del guardiano del faro. In verità il faro segna un record in Italia. Infatti per quasi vent’anni ha ospitato l’unica donna farista d’Italia, assunta al Ministero della Difesa nel 1976. L’area rientra nella riserva di Pugnochiuso e non mancano passaggi di cinghiali e mufloni. La torre-faro domina la sottostante baia della Pergola, una sorta di stretto e corto fiordo intagliato nella falesia. La spiaggia è costituita da una piccolissima lingua di ciottoli accessibile tramite una stradina dalla strada Provinciale Vieste Mattinata. Non vi sono stabilimenti balneari e l’accesso è totalmente libero. Il fondale, proseguendo la linea della falesia è profondo.
Vieste – Torre S. Felice Comune:  Vieste Modalità di fruizione: Cronologia: Nonostante sia stata rimaneggiata più volte la Torre di S. Felice è certamente una delle torri più note e fotografate del Gargano. L’arcano è presto svelato con una breve visita: l’edificio domina gli articolati merletti di questa costa rocciosa consentendo tra gli altri la vista del famoso architiello omonimo (un arco di pietra residuo del crollo di una preesistente grotta costiera). Torre S. Felice è anche a guardia di Testa del Gargano, il punto più orientale del promontorio, proteso verso le isole della Dalmazia. A testimonianza di questa affermazione ci sono le bancarelle che in tutte le stagioni stazionano in prossimità della torre certo del suo potere di attrazione verso potenziali clienti. La torre fu edificata intorno al 1568 e la sua presenza in prossimità della Testa del Gargano è riportata nella cartografia antica. Fu eretta secondo lo schema tipico del tardo periodo vicereale con un massiccio corpo tronco piramidale dalle pareti lisce, piccolissime aperture, l’ingresso sopraelevato sul lato a monte raggiungibile tramite una ripida scala in pietra. Recenti lavori di ristrutturazione e la sopraelevazione con tetto a falde ha modificato il profilo originario della torre e cancellato ogni traccia del coronamento e dell’eventuale apparato a sporgere. È pero ancora possibile individuare l’antico coronamento al termine delle pareti inclinate.