Pugnochiuso

Antonio Segni, allora Presidente della Repubblica Italiana, avrebbe dovuto presenziare il 31-03-1963 alla posa della prima pietra del Centro Turistico del Gargano, ma l’appuntamento venne a mancare a causa del maltempo che quel giorno flagellava Vieste e la Capitanata e che impediva all’elicottero presidenziale di decollare dall’aeroporto di Amendola. La cerimonia, invece che a Campi, avvenne in forma molto simbolica presso la Camera del Commerio di Foggia. Vieste, imbandierata e parata a festa, rimase amareggiata per non aver potuto scrivere questa data memorabile nelle pagine della sua gloriosa storia. Il Centro Turistico del Gargano, oggi noto come quello di Pugnochiuso, fu promosso dalla SNAM del gruppo E.N.I., che acquistò nel 1962, in gran parte dal comune di Vieste, un vasto territorio di oltre 2600 ettari, per una lunghezza di circa 17 Km di fascia costiera e per una lunghezza di 3 Km di entroterra, comprendente zone di spiccata bellezza come Baia di Campi, Cala Sanguinaria, Porto Greco, Pugnochiuso, Cala della Pergola, Chiancaliscia, Vignanotica. Dal progetto preparato nel 1963 e da quanto e stato già realizzato  si constata che la mole delle opere sorte e che sorgeranno, è colossale. L’ampio territorio rimane natura intatta e i “centri” dislocati nei punti più caratteristici non alterano il passaggio, anzi lo conservano allo stato selvaggio e libero da sovrastutture. Il paesaggio urbano, sottomesso a quello naturale, conferisce una radiosa nota di colore e di ristoro. Finora sono state realizzate solo le opere nella zona di Pugnochiuso e precisamente l’Albergo del Faro, quello degli Ulivi, la caratteristica costruzione della Piramide dov’è ubicato il Centro Commerciale (ristorante, bar, negozi vari, farmacia, un’agenzia del Banco di Napoli, palestre con saune, sala giochi, ecc.), un attrezzato e funzionale Centro Congressi predisposto anche per i convegni internazionali con un impianto di traduzione simultanea in quattro lingue; una chiesetta, un centinaio di villette dislogate fra i pini e gli ulivi; piscine, campi da tennis, di bocce e di minigolf; una all’imbocco della strada di accesso, essendo stato riservato il centro abitato a zona di silenzio; un maneggio, una scuola di equitazione e vari sentieri nei luoghi di più suggestivi della costa e nei boschi. Altra stupenda realizzazione è la riserva di caccia su 1200 ettari di terreno, in cui è stato effettuato il ripopolamento della fauna da tempo scomparsa, starne, pernici, lepri, fagiani, e soprattutto daini e cinghiali, che richiamano cacciatori da tutta l’Italia. Gli amministratori del tempo con atto consiliare del 26 marzo 1962 stabilirono a maggioranza il prezzo di vendita in Lire 250.000 ad ettaro pari a 25 Lire al metroquadro. Nasceva così Pugnochiuso, il Centro Vacanze dell’ENI, la cui immagine attraverso l’Azienda di Stato fece ben presto il giro del mondo di Vieste e del Grargano.

La storia di Pugnochiuso ha inizio negli anni sessanta quando l’allora presidente dell’ENI, Enrico Mattei, rimase particolarmente colpito dalle bellezze del territorio comunale. Si racconta che in un mattino di sole del 1959, il presidente, sorvolando con l’aereo personale la costa viestana, rimase affascinato dalla sua bellezza. Chiese al pilota di effettuare più di un passaggio. Giunto nei pressi di Pugnochiuso, Mattei esclamò “Ma questo é il paradiso!”. Ritornato a Roma, ripensò a quel territorio che ricordava con tanto entusiasmo e poiché aveva immaginato di poter realizzare una struttura turistica, offrì al Comune, proprietario di una notevole superficie di terreni nell’ambito di tutto il comprensorio della località denominata Pugnochiuso, una somma che teneva conto della natura del terreno, della consistenza e della coltura nonché delle somme occorrenti per rendere liberi i terreni occupati e le migliorie apportate dagli occupatori.

Pochi sanno che il famoso Giancarlo Magalli fu il primo animatore turistico italiano. E, soprattutto, pochi sanno che iniziò la sua carriera, che lo porterà poi alla Rai, nel villaggio turistico Pugnochiuso in Puglia, nel Gargano, che sarebbe stato inaugurato nell’estate del 1969. Nel maggio del 1969 Giancarlo si congeda dal militare e parte per la Puglia. Pugnochiuso è una struttura molto bella e attrezzata (comprende due alberghi, bungalows, ville, spiaggia, impianti sportivi), ma soprattutto grande, arrivando ad ospitare fino a duemila persone. Per quattro mesi, completamente da solo, Giancarlo Magalli si ritrova ad organizzare ogni momento della giornata, comprese le serate e la redazione di un giornalino del villaggio, in uscita tutte le mattine, per duemila persone. Tornei, feste in maschera, gite in barca, serate a tema, gare sportive, olimpiadi, bruschette al chiaro di luna, giochi e intrattenimenti di ogni genere tengono piacevolmente occupati gli ospiti che si avvicendano a Pugnochiuso da maggio fino a settembre, quando il primo animatore d’Italia torna a casa a Roma stravolto, ma soddisfatto dell’impresa. L’esperienza si rivela utile, le lezioni e i trucchi imparati nella stagioneesperimento dell’estate ’69 vengono messi in pratica fin da subito e già l’estate successiva l’équipe di animatori di Pugnochiuso è formata da tredici elementi, dai tecnici agli animatori per i bambini, passando per gli istruttori sportivi e gli animatori nel senso più stretto del termine, i futuri “contattisti”. L’animazione diurna offre attività per qualsiasi fascia d’età, dalla nursery all’animazione per gli adulti, e quella serale spazia dalle tradizionali corride e feste in maschera, agli spettacoli preparati dalla stessa équipe, passando per gli spettacoli esterni, di artisti allora ad inizio carriera, contattati direttamente dal capo animazione Magalli. Sul palco dell’anfiteatro di Pugnochiuso passano tante delle allora giovani promesse dello spettacolo italiano: Cochi & Renato, Lino Banfi, i Giancattivi, i Gatti di Vicolo Miracoli, Pippo Franco. Grazie proprio a quest’ultimo Giancarlo Magalli avrà l’occasione di iniziare una collaborazione durata tredici anni, che darà il via alla sua carriera come autore, portandolo poi fino in RAI.