Abazzia di Monte Sacro

Quando andarci e cosa fare
Il sentiero che parte da una vecchia tabella in legno del parco Nazionale del Gargano, a poche centinaia di metri dell’agriturismo Monte Sacro nel comune di Mattinata, si snoda dapprima tra i pascoli rocciosi poi nel bosco ceduo di Leccio- Quercus ilex Il dislivello da percorrere circa 224 (da 650 a 874m) Lunghezza del percorso 6 Km andata e ritorno. L’escursione è possibile in tutti i periodi dell’anno. In primavera le fioriture di un grande numero di specie di orchidee rendono la passeggiata ulteriormente interessante

Pellegrinaggio alle rovine dell’abbazia benedettina della Trinità sul Monte Sacro
Ogni anno, il giorno 11 luglio, festa di San Benedetto da Norcia (PG), viene eseguito il pellegrinaggio a piedi alle rovine dell’Abbazia benedettina della Trinità sul Monte Sacro (nel Gargano) dove si celebra la Santa Messa, si pranza a sacco e si effettuano visite guidate al complesso monastico. Pellegrinaggio alle rovine dell’abbazia benedettina della Trinità sul Monte Sacro

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Geografia
Il Monte Sacro è un monte alto 874 metri situato nel Gargano orientale. Abbazia di Monte sacro Si innalza sul monte dove secondo la leggenda ,esisteva un tempio in onore di Giove Dodoneo .Ciò che resta del complesso dedicato alla SS. Trinità ,costruito fra X e XI secolo ,comprende la chiesa abbaziale con la torre campanaria ,le celle del dormitorio,il battistero ,il refettorio con la cucina ,cisterne,chiostro ,cortile magazzini ,stalle e torre di vedetta Monte Sacro la vetta più alta del Gargano orientale a nord di Mattinata si eleva sino a 874 metri sul livello del mare. Il promontorio è costituito da calcare, appartenente al cretaceo e all’eocene, con tracce di tufo miocenico e pliocenico, ricco di argilla, per cui le rocce sono di colore variabile dal grigio rossastro al rosso oscuro. Il paesaggio è caratterizzato da querce, rimboschimenti di pino nero, olmi e cipressi e nelle esposizioni più fresche anche carpino nero e roverella. La pendice Sud-Est del rilievo è ricoperta per circa metà da un ceduo di leccio, l’orniello e l’Erica arborea. Il leccio, in linguaggio botanico Quercus Ilex, è tipico della macchia mediterranea, cresce dal livello del mare fino agli 800-900 metri di altitudine. Qui rappresentano le tracce delle antiche foreste sempreverdi del Gargano e della Puglia, risparmiati dai tagli indiscriminati. La superficie boschiva si è notevolmente contratta degradata dal continuo pascolo e dagli incendi .

Luoghi d’Interesse
L’impianto originario del monastero Benedettino venne dotato di nuove strutture e di un raffinato impianto ornamentale. Il complesso abbaziale comprendeva fabbriche, magazzini, il battistero ,il chiostro ,la chiesa e il nartece. Diviso in tre vani quadrati da arcate a tutto sesto, sostenute da colonne con capitelli a foglie d’acanto, rosette e altri motivi floreali, il nartece è oggi l’ambiente meglio conservato. Una delle semi colonne addossate alla parete presenta un capitello raffigurante tre aquile ad ali spiegate, i cui artigli trattengono due serpenti dalle teste di drago con le fauci aperte, nel tentativo di addentare della colombe . Inoltre il nartece presenta ancora su una parete lacerti di affresco, raffiguranti una Madonna con Bambino e due Santi benedettini. L’impostazione della arcate lascia presupporre una copertura con volta a crociera . Nel primo e nel secondo ambiente del nartece vi sono le porte d’accesso alla prima e alla navata centrale della Chiesa basilicale romanica. Sono ancora visibili basamenti delle tre navate della Chiesa, della torre campanaria, lembi della pavimentazione del chiostro, le arcate del refettorio e i muri perimetrali . La roccia della zona è calcarea, appartenente al cretaceo e all’eocene, con tracce di tufo miocenico e pliocenico: il terreno è ricco di idrati di ferro, di allumina e di silice.

Oggi è possibile vedere solo un ammasso di vetuste grandiose rovine dell’Abbazia Benedettina della SS.ma Trinità, insigne monumento di stile garganico-pugliese-romanico, i cui ruderi conferiscono maggior suggestività a questo monte. Sostandovi a lungo davanti e ammirando uno dei più vasti ed interessanti panorami garganici, lungi dai rumori, il pensiero riuscirà a ricostruire quei posti e a ridisegnare nelle menti la pace e la religiosità di cui godeva un tempo questo sacro eremo. L’Abbazia Monte Sacro si è classificata terza nel 6º Censimento 2012 I Luoghi del Cuore del Fondo Ambiente Italiano con il totale di 50.071 preferenze.

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Storia
Nel IV secolo d.C. il monte era ancora conosciuto come Monte Dodoneo, consacrato al culto pagano di Giove. Secondo una antichissima tradizione, dopo l’apparizione dell’Arcangelo Michele nella grotta di Monte Sant’Angelo, il vescovo e i prelati della zona si recarono sul Monte Dodoneo, allora sede del culto pagano di Giove e ne distrussero i simulacri dedicando il tempio alla SS.Trinità. Da allora il monte assunse la denominazione di Sacro. Poi l’Abbazia di Monte Sacro fu sede del Convento Benedettino dal VI al XIII secolo d.C. Grazie all’impulso dell’Abate e letterato Gregorio si costituì una vasta biblioteca , che contribuì a far diventare l’Abbazia uno dei più importanti centri culturali della Puglia del Medioevo. L’ abbate Gregorio di Montesacro quale esponente della cultura spiritual-latina nella Puglia sveva’, in: Federico II. Immagine e potere, ed. Maria Stella Calò Mariani e Raffaella Cassano, Venezia 1995, S. 215-219.